I dolcificanti sono sostanze utilizzate per dare ad alimenti e bevande un sapore dolce, e vengono spesso utilizzati come alternativa allo zucchero, o saccarosio.
Ne esistono diversi tipi, ma si dividono in due tipologie principali: i dolcificanti naturali e artificiali.
In questo articolo, esploreremo le differenze tra i vari tipi, e analizzeremo quello che è il loro impatto sulla salute.
Quali sono i dolcificanti più comuni?
Come accennavamo, esistono due categorie principali di dolcificanti: naturali e artificiali.
- I dolcificanti naturali vengono, appunto, estratti da fonti naturali, che possono essere vegetali o animali;
- I dolcificanti artificiali vengono, invece, composti chimicamente, o artificialmente;
I dolcificanti più utilizzati e comuni, in particolare, sono:
- Tra i dolcificanti naturali:
- Lo zucchero di canna;
- Il miele;
- La stevia;
- Lo xilitolo;
- L’eritritolo;
- Il fruttosio.
- Tra i dolcificanti artificiali:
- L’aspartame;
- L’acesulfame K;
- La saccarina;
- Il sucralosio;
Le caratteristiche dei diversi tipi di dolcificanti
Passiamo ora a descrivere le caratteristiche di questi diversi tipi di dolcificanti.
Caratteristiche dei dolcificanti naturali
I dolcificanti naturali provengono da fonti vegetali o animali, e tendenzialmente non subiscono processi o raffinazioni chimiche significative. Tendono così a mantenere le loro proprietà nutrizionali.
Tra i più comuni ricordiamo:
Lo zucchero di canna
Viene ottenuto dalla lavorazione della canna da zucchero, una pianta originaria dell’Asia. Ne esistono diversi tipi (grezzo o integrale), a seconda del grado di raffinazione e del contenuto di melassa mantenuto dalla lavorazione.
Il miele
Si tratta di un dolcificante naturale prodotto dalle api. Ne esistono numerose varietà, ciascuna con diverse proprietà e caratteristiche, a seconda del tipo di flora e di piante da cui le api raccolgono il nettare necessario a produrlo.
La stevia
Viene estratta da una pianta chiamata Stevia rebaudiana, originaria dell’America del Sud. Si stima che abbia un potere dolcificante molto più alto rispetto allo zucchero comune, e non apporta calorie. Viene per questo spesso utilizzata da chi deve controllare il peso o la glicemia, non provocando picchi glicemici. Il suo sapore presenta un retrogusto simile a quello della liquirizia.
Lo xilitolo
È un dolcificante naturale dal sapore simile a quello dello zucchero, ma contiene circa la metà delle calorie. Viene estratto dalle piante ed è contenuto nella frutta e nella verdura. Possiede un basso indice glicemico, ed è adatto alla salute dei denti poiché non viene fermentato dai batteri della bocca.
L’eritritolo
Ha un potere dolcificante pari a circa il 70% rispetto allo zucchero, ma contiene solo 0,2 calorie per grammo. Viene prodotto tramite la fermentazione degli zuccheri vegetali, ma è anche presente naturalmente all’interno di alcuni tipi di frutta. Possiede un indice glicemico praticamente pari a zero, rendendone adatto il consumo anche alle persone con diabete.
Il fruttosio
È presente in moltissimi alimenti naturali, come la frutta e il miele. Si tratta dello zucchero più dolce presente in natura, e un indice glicemico inferiore rispetto al saccarosio. I produttori lo utilizzano come dolcificante principalmente in alcuni prodotti da forno e bevande.
Caratteristiche dei dolcificanti artificiali
Vengono anche chiamati edulcoranti artificiali, e vengono creati artificialmente – appunto – per conferire dolcezza e al contempo non apportare una quantità significativa di calorie.
Tra i dolcificanti artificiali più utilizzati vi sono:
- L’aspartame. Composto da acido aspartico e fenilalanina, ha un potere dolcificante pari a 200 volte quello del saccarosio. Di conseguenza, pur possedendo un valore calorico simile a quello dello zucchero (circa 4 kcal per grammo), i produttori utilizzano l’aspartame negli alimenti in quantità estremamente ridotte. Negli ultimi anni, la classificazione dell’aspartame come “possibilmente cancerogeno” ha scatenato una forte reazione pubblica, spingendo molti produttori alimentari ad aggiungere rapidamente il disclaimer “senza aspartame” sui loro prodotti.
Tuttavia studi suggeriscono che per causare danni significativi sia necessario consumarne continuativamente delle quantità estremamente maggiori rispetto alla dose giornaliera raccomandata (circa 40 mg per chilogrammo di peso corporeo). Bisogna comunque tenere presente che sono tutt’ora in corso diversi studi per appurare i possibili rischi per la salute (Czarnecka et al., 2021); - L’acesulfame K. Anche chiamato acesulfame potassico. Anch’esso possiede un potere dolcificante pari a circa 200 volte quello dello zucchero ed è utilizzato in diversi prodotti, come bevande, alcuni dolci, alimenti per persone con diabete e prodotti per l’igiene orale. Il nostro corpo non lo metabolizza, eliminandolo attraverso le urine;
- La saccarina. Ha un potere dolcificante estremamente elevato, pari a circa 500 volte quello dello zucchero. Si considera il primo dolcificante artificiale, scoperto nel 1879;
- Il sucralosio. Derivato dal saccarosio. Ha un potere dolcificante superiore di 500 volte circa, e non apporta calorie né influisce sulla glicemia. Ha un sapore molto simile a quello dello zucchero.
Dolcificanti artificiali e dolcificanti naturali: quali sono le differenze?
Di seguito, una tabella riassuntiva con le principali differenze tra i dolcificanti naturali e artificiali:
Dolcificanti Naturali | Dolcificanti Artificiali | |
Origine | Estratti da fonti naturali come piante, frutta o miele. | Sintetizzati chimicamente. |
Contenuto Calorico | Generalmente contengono calorie, sebbene spesso in quantità inferiore rispetto al saccarosio. | La maggior parte ha un contenuto calorico nullo o molto basso. |
Indice Glicemico | Varia a seconda del tipo. La stevia ha un indice glicemico praticamente nullo, mentre il fruttosio ha un indice glicemico poco più basso rispetto al saccarosio. | Generalmente non influenzano i livelli di zucchero nel sangue. |
Potere Dolcificante | Varia: alcuni, come la stevia, hanno un potere dolcificante molto elevato (fino a 300 volte superiore al saccarosio), mentre altri sono simili o leggermente inferiori allo zucchero comune. | Solitamente hanno un potere dolcificante molto elevato. |
Stabilità al Calore | Alcuni, come il miele, possono perdere parte delle loro proprietà a temperature elevate; altri, come lo sciroppo d’acero, sono più stabili. | Molti sono stabili al calore e possono essere utilizzati in cottura; tuttavia, alcuni, come l’aspartame, possono degradarsi a temperature elevate. |
Retrogusto | Alcuni, come la stevia, possono presentare un retrogusto caratteristico che non tutti gradiscono. | Alcuni possono lasciare un retrogusto metallico o amaro. |
Sicurezza e Tolleranza | Generalmente considerati sicuri, ma possono causare reazioni in individui sensibili o allergici. | La maggior parte è considerata sicura dalle autorità sanitarie entro i limiti di assunzione giornaliera accettabile. |
I dolcificanti fanno male alla salute? Perché, e che conseguenze possono esserci?
La risposta a questa domanda è complessa: non è semplice dire se “i dolcificanti fanno male” o meno, poiché dipende da diversi fattori.
In generale, gli studi attuali indicano che i dolcificanti, se usati nei limiti delle raccomandazioni, non sono dannosi per la salute.
In particolare gli edulcoranti sono rigorosamente regolamentati, e l’Unione Europea stabilisce una dose giornaliera consigliata per garantire che il loro uso sia sicuro per la salute.
Tuttavia, rimane una certa incertezza sull’impatto a lungo termine di alcuni dolcificanti sul microbiota intestinale e sul metabolismo, e alcuni studi evidenziano una possibile associazione indiretta tra consumo e aumento di peso.
Come sempre, il punto focale è la quantità in cui consumiamo i dolcificanti: un uso eccessivo – come del resto per moltissimi alimenti – “fa male” e può concorrere a far ingrassare.
I dolcificanti fanno dimagrire?
Di per sé no: i dolcificanti “non fanno dimagrire”, ma possono aiutare a ridurre l’apporto calorico, e a sostenere una gestione del peso all’interno di una dieta ipocalorica concordata con un nutrizionista.
Non sono, ovviamente, una soluzione universale, e i loro effetti possono variare in base al tipo di edulcorante, alla frequenza di consumo, e alle condizioni individuali, come la presenza di diabete o altre problematiche metaboliche.
Insomma, se si vuole dimagrire non basta “affidarsi” ai dolcificanti, ma inserire il loro consumo all’interno di una dieta varia ed equilibrata.
Fonti:
- Czarnecka, K., Pilarz, A., Rogut, A., Maj, P., Szymańska, J., Olejnik, Ł., & Szymański, P. (2021). Aspartame—True or false? Narrative review of Safety Analysis of general use in products. Nutrients, 13(6), 1957. https://doi.org/10.3390/nu13061957
Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.