Tessuto adiposo: tipi, funzioni e differenze principali
Il tessuto adiposo è necessario per immagazzinare energia, proteggere gli organi interni e partecipare alla regolazione metabolica. Ne esistono diversi tipi con funzioni e caratteristiche distinte.

Il tessuto adiposo presente nel nostro organismo partecipa a molti processi fisiologici. Si distingue in diverse tipologie, ciascuna con funzioni differenti.
Cos'è il tessuto adiposo
Il tessuto adiposo è un particolare tessuto connettivo formato da alcune cellule chiamate adipociti, che tendono ad accumulare grasso sotto forma di trigliceridi. Si tratta di un “deposito” energetico, ma non solo. Infatti, agisce come un vero e proprio organo, poiché è responsabile della produzione di ormoni e altre molecole che influenzano metabolismo, regolazione della glicemia, pressione arteriosa e processi infiammatori.
Tornando al discorso del deposito energetico, il tessuto adiposo negli esseri umani rappresenta la principale riserva di energia. Basti pensare che in un adulto di 70 chili può arrivare a circa 11-15 chili, sufficienti “da soli” a sostenerne il fabbisogno calorico per circa due mesi.
L’accumulo di grasso può avvenire per ipertrofia (ovvero ingrossamento delle cellule già presenti) o per iperplasia (ovvero aumento del numero di adipociti).
I tipi di tessuto adiposo
Il tessuto adiposo non è un’unica “entità” omogenea, ma comprende diverse tipologie con caratteristiche strutturali e funzionali distinte.
Le fonti scientifiche distinguono principalmente tre categorie:
- Tessuto adiposo bianco;
- Tessuto adiposo bruno;
- Tessuto adiposo beige. Quest’ultimo deriva da cellule di tessuto adiposo bianche in grado di acquisire caratteristiche simili a quelle del tessuto adiposo bruno, soprattutto in risposta ad alcuni stimoli, tra cui attività fisica e basse temperature.
Inoltre, abbiamo anche il:
- Tessuto adiposo sottocutaneo, che si deposita sotto la pelle;
- Tessuto adiposo viscerale, che si concentra attorno agli organi addominali.
Il tessuto adiposo bianco
Il tessuto adiposo bianco è la forma più abbondante di grasso nel corpo umano, e ne costituisce la principale riserva energetica.
Gli adipociti che lo compongono sono cellule di grandi dimensioni, le quali al loro interno contengono una grossa goccia di grasso, che spinge il nucleo e gli altri componenti verso l’esterno. La presenza di questo grasso non è “fissa”, ma piuttosto viene accumulata o liberata in base a quanto mangiamo e a quanta energia serve al corpo.
Possono produrre nuovi grassi a partire dal glucosio, oppure rilasciare acidi grassi e glicerolo quando l’organismo ha bisogno di energia.
Oltre a fornire una riserva calorica, il tessuto adiposo bianco svolge altre funzioni, e in particolare contribuisce all’isolamento termico, agisce come “ammortizzatore” meccanico a protezione degli organi interni e modella la figura corporea.
Come accennavamo nei precedenti paragrafi, produce inoltre ormoni e sostanze biologicamente attive, note come adipochine, che influenzano il metabolismo energetico e i processi infiammatori.
Bisogna però tenere presente che un’eccessiva espansione di questo tessuto, soprattutto a livello addominale, è collegata a complicanze metaboliche come insulino-resistenza, diabete di tipo 2, ipertensione.

Il tessuto adiposo bruno
Il tessuto adiposo bruno è meno diffuso rispetto a quello bianco e svolge una funzione che potremmo definire opposta. Infatti, non immagazzina energia, ma piuttosto la consuma per produrre calore.
È molto presente nei neonati: è infatti un meccanismo di difesa dal freddo. Con la crescita la sua quantità diminuisce, ma alcune tracce rimangono anche negli adulti, soprattutto nella zona del collo, delle spalle e vicino alla colonna vertebrale.
Il tessuto adiposo viscerale e sottocutaneo
Dobbiamo poi distinguere due ulteriori tipologie di grasso: viscerale e sottocutaneo.
Il tessuto adiposo, o grasso viscerale si trova in profondità, ed è presente tra gli organi della cavità addominale come fegato, reni e intestino.
Non è “visibile”, ma ha un impatto diretto sul metabolismo. È infatti meno sensibile all’azione dell’insulina e risulta più reattivo all’azione di ormoni come adrenalina e noradrenalina, che favoriscono la lipolisi, cioè la liberazione di grassi nel sangue.
Questa caratteristica lo rende più “dinamico” rispetto al grasso sottocutaneo, ma anche più pericoloso quando si accumula in eccesso.
Il tessuto adiposo sottocutaneo è invece localizzato direttamente sotto la pelle e rappresenta la quota di grasso più estesa nell’organismo. È formato da adipociti bianchi sensibili all’insulina, quindi più inclini ad accumulare lipidi. Si distribuisce in modo diverso nei due sessi. Negli uomini tende a concentrarsi soprattutto nell’addome (dando luogo alla conformazione cosiddetta androide), mentre nelle donne è più frequente su fianchi, cosce e glutei (una conformazione cosiddetta ginoide).
In genere il grasso addominale è formato da una quota di entrambe queste tipologie.
L’accumulo sottocutaneo ha un impatto metabolico meno critico rispetto a quello viscerale, anche se può risultare più difficile da ridurre con le diete per dimagrire: per questo sono così diffusi i consigli per ottenere la cosiddetta “pancia piatta”.
Le funzioni del tessuto adiposo nell’organismo
Il tessuto adiposo svolge molte funzioni che vanno oltre l’accumulo di grasso. La sua attività principale, come abbiamo visto, è quella di “riserva” energetica. Infatti, si occupa di immagazzinare i trigliceridi quando l’apporto calorico è superiore al consumo, rilasciandoli sotto forma di acidi grassi e glicerolo quando il corpo ne ha bisogno.
Un’altra funzione è quella protettiva. Il grasso agisce come una sorta di cuscinetto che ammortizza urti e pressioni sugli organi interni, riducendo il rischio di danni strutturali, e partecipa all’isolamento termico.
Gli adipociti, a loro volta, secernono ormoni e molecole bioattive, dette adipochine, che influenzano il metabolismo e il sistema immunitario.
Tra queste, la leptina regola il senso di sazietà, mentre l’adiponectina favorisce la sensibilità all’insulina. Altre sostanze hanno invece effetti pro-infiammatori e sono coinvolte nello sviluppo di complicanze metaboliche quando il grasso è in eccesso.
Come mantenere un equilibrio sano del tessuto adiposo?
Mantenere un equilibrio sano del tessuto adiposo significa evitare sia l’eccesso, sia la carenza di grasso corporeo.
Un accumulo eccessivo è infatti associato a sovrappeso, obesità e complicanze come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e steatosi epatica. Quantità troppo ridotte, d’altro canto, possono compromettere il buon funzionamento del metabolismo, con conseguenze anche molto gravi.
L’equilibrio si raggiunge soprattutto regolando il bilancio energetico. Introdurre quantità di calorie in linea con il proprio fabbisogno e praticare attività fisica regolare aiuta a limitare l’ipertrofia degli adipociti, cioè l’aumento del loro volume.
Chiaramente, per fare questo è necessario seguire una dieta sana e bilanciata, stilata da un nutrizionista, evitare di adottare diete fai da te o diete-express e non credere a falsi miti come quelli dei cibi brucia grassi.
Fonti:
- Sakers, A., De Siqueira, M. K., Seale, P., & Villanueva, C. J. (2022). Adipose-tissue plasticity in health and disease. Cell, 185(3), 419–446. https://doi.org/10.1016/j.cell.2021.12.016