Statine: quando usarle, rischi e raccomandazioni pratiche

Le statine sono farmaci usati per ridurre il colesterolo LDL e prevenire eventi cardiovascolari. Agiscono sul fegato, hanno diversi possibili effetti collaterali e richiedono controlli regolari.

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Le statine sono farmaci impiegati per trattare il colesterolo alto e ridurre il rischio cardiovascolare. Agiscono sul fegato, abbassano i livelli di colesterolo LDL e vengono prescritte sia per la prevenzione primaria, sia per la prevenzione secondaria.

Che cosa sono le statine?

Le statine sono farmaci che vengono solitamente prescritti per abbassare il colesterolo e, in misura minore, trigliceridi quando dieta per colesterolo alto e attività fisica non bastano, e in presenza di determinati fattori. 

Si assumono una volta al giorno, sotto forma di compresse o capsule, e vengono usati sia da parte di chi ha già avuto infarto, ictus o malattia delle arterie, sia in chi presenta un rischio elevato di svilupparli nei prossimi anni. 

Le statine possono abbassare il colesterolo LDL (il colesterolo cosiddetto “cattivo”) anche del 50% o più, diminuire i trigliceridi e, talvolta, aumentare il colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo “buono”). 
La terapia è in genere di lunga durata.

In questo contesto non parleremo delle statine cosiddette naturali, ma delle statine farmaceutiche, presenti sul mercato con diversi nomi commerciali.

Qual è il meccanismo d’azione delle statine?

Le statine funzionano e abbassano il colesterolo perché bloccano nel fegato l’enzima HMG-CoA reduttasi, necessario a produrlo.

Poiché gran parte del colesterolo non viene (solo) introdotta con la dieta, ma è prodotta dall’organismo, ridurne la sintesi ha un effetto rilevante sui valori circolanti

L’inibizione enzimatica causata dall’azione delle statine porta a un calo del colesterolo LDL e favorisce l’aumento dei cosiddetti recettori epatici per il colesterolo LDL, che “ripuliscono” il sangue. 

In parallelo, si osserva una moderata riduzione del colesterolo totale, dei trigliceridi e, in alcuni casi, un lieve aumento del colesterolo HDL. 
Il risultato è un profilo lipidico più favorevole e, di conseguenza, un rischio minore di sviluppare infarto e ictus.

Esempi di principi attivi nelle statine

principi attivi più usati della classe delle statine includono:

  • Atorvastatina;
  • Rosuvastatina;
  • Simvastatina;
  • Pravastatina
  • Fluvastatina
  • Lovastatina;
  • Pitavastatina.

La scelta del principio attivo da parte del medico dipende da diversi fattori, tra cui valori lipidici, rischio cardiovascolare, presenza di altre terapie in corso e tollerabilità del farmaco. 

Quali sono le indicazioni terapeutiche per l’uso delle statine?

Le statine si prescrivono per trattare ipercolesterolemia (il cosiddetto colesterolo alto) e l’iperlipidemia quando il rischio di eventi cardiovascolari è significativo, o quando sono già avvenuti.

Vi rientrano le persone:

  • Con livelli di colesterolo LDL molto elevati;
  • Con patologie cardiovascolari documentate;
  • Chi presenta condizioni che aumentano il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, ad esempio diabete, ipertensione, tabagismo.

Nelle persone con forme di ipercolesterolemia familiare, caratterizzate da livelli di colesterolo LDL molto alti fin dalla giovane età, le statine possono essere avviate anche in età adolescenziale, purché sotto sorveglianza specialistica. 

La terapia da “sola” non basta, ma si integra sempre con delle modifiche mirate dello stile di vita (compresa la dieta, per cui è necessario il supporto di un nutrizionista o di un dietista) e l’eventuale utilizzo di integratori per il colesterolo alto.

La prevenzione primaria e secondaria cardiovascolare

Le statine si usano:

  • In prevenzione primaria, quando il rischio di malattia cardiovascolare è alto e gli interventi sullo stile di vita non bastano a normalizzare i livelli di colesterolo LDL;
  • In prevenzione secondaria, cioè dopo eventi come infarto, ictus, angina o malattia vascolare periferica. In questo caso le statine sono parte stabile della terapia a lungo termine perché riducono la possibilità di sviluppare recidive e rallentano o arrestano la progressione della malattia.

Le controindicazioni delle statine e i pazienti a rischio

L’utilizzo delle statine è controindicato:

  • In gravidanza;
  • Durante l’allattamento;
  • In presenza di gravi malattie epatiche o marcate alterazioni degli esami del fegato.

L'utilizzo in alcuni pazienti, poi, richiede cautela e monitoraggi più ravvicinati. In particolare in caso di:

  • Età avanzata;
  • Storia personale o familiare di problemi muscolari;
  • Ipotiroidismo non trattato;
  • Malattie renali o epatiche;
  • Consumo elevato di alcol. 

In questi casi il medico può scegliere dosaggi più bassi o valutare delle possibili alternative.

Le statine fanno dimagrire?

No, le statine non fanno dimagrire, e non sono considerate farmaci dimagranti.

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Le avvertenze e i monitoraggi necessari

La terapia con le statine richiede dei controlli periodici effettuati da parte del medico, sia prima di iniziare la terapia stessa, sia durante.

Prima di iniziare ad assumerle, occorre valutare lo stato degli enzimi del fegato. Successivamente i controlli vengono ripetuti dopo l’avvio e poi secondo necessità, soprattutto se compaiono sintomi sospetti

È importante sorvegliare anche l’eventuale insorgenza di dolori o debolezza muscolare, segnali che meritano valutazione clinica. In presenza di fattori di rischio aggiuntivi la frequenza dei controlli aumenta. 

Il controllo enzimi epatici e creatinfosfochinasi

Prima di iniziare, e a seguito dell’inizio della terapia con le statine si controllano gli enzimi epatici e, se compaiono sintomi muscolari, la creatinfosfochinasi (CK o CPK).

Un aumento moderato degli enzimi del fegato può non richiedere cambi, ma degli incrementi marcati possono rendere necessaria la sospensione o la sostituzione del farmaco. 

La CK va invece dosata quando ci sono dolori, crampi o debolezza. Dei valori elevati indicano infatti sofferenza muscolare e possono richiedere una sospensione temporanea e una successiva ripresa della terapia con un dosaggio minore o con altra molecola. 

Le statine in gravidanza e allattamento

In gravidanza e allattamento le statine non devono essere usate.
Il colesterolo è necessario allo sviluppo fetale e ridurne la sintesi farmacologicamente può interferire con la crescita. 

Durante l’allattamento, invece, alcune molecole possono passare nel latte materno. Chi programma una gravidanza deve interrompere le statine e gestire il colesterolo con strategie non farmacologiche o con farmaci ritenuti compatibili dal proprio medico.

Le interazioni con altri farmaci e alimenti

Le statine interagiscono con alcuni medicinali e alcuni alimenti, potenzialmente aumentando il rischio di effetti collaterali

Tra i farmaci che possono causare problemi muscolari o epatici ci sono: 

  • Fibrati;
  • Alcuni antibiotici e antifungini (per esempio claritromicina e itraconazolo);
  • Antiretrovirali per HIV (come ritonavir);
  • Immunosoppressori (ciclosporina);
  • Antiaritmici (amiodarone).

Il succo di pompelmo, in particolare, può aumentare l’esposizione a specifiche statine, come atorvastatina, simvastatina e lovastatina. Altre, come pravastatina e rosuvastatina, sono meno influenzate.

Un consumo elevato di alcol, infine, aumenta la probabilità di alterazioni epatiche.

Detto questo, prima di iniziare la terapia è importante informare il medico su tutti i farmaci, integratori e prodotti erboristici che si stanno assumendo.

I dosaggi tipici e gli adattamenti per le statine

Le statine si assumono una volta al giorno, alla stessa ora. Per alcune molecole è preferibile un’assunzione serale, per altre il momento della giornata non è rilevante.

Il dosaggio iniziale dipende dai valori di colesterolo LDL e dal rischio cardiovascolare. Se i valori sono molto elevati si può iniziare con dosi più alte, mentre nei casi meno gravi si parte con dosi più basse e si aumenta se serve.

Gli aggiustamenti si basano sui controlli periodici: se la risposta dell’organismo non è adeguata, si aumentano le dosi o si passa a una statina più potente. Se la tollerabilità è scarsa, si può ridurre la dose, cambiare molecola o assumere il farmaco a giorni alterni. Tutto ciò, comunque, va sempre deciso dal medico.

La terapia è continuativa, e sospenderla fa perdere i benefici ottenuti.

Come iniziare e come modificare la terapia?

L’avvio della terapia con statine richiede la valutazione del profilo lipidico, del rischio cardiovascolare e dei farmaci assunti.

Di solito si inizia con dosi medie o basse e si rivaluta dopo alcune settimane, a seguito degli esami del sangue. Se il colesterolo LDL non si riduce a sufficienza, si aumenta gradualmente la dose o si passa a una statina più potente. Se compaiono effetti avversi, si riduce la dose, si cambia statina o si modifica lo schema di assunzione.

In alcuni casi si usano delle combinazioni di farmaci per ottenere una riduzione maggiore senza aumentare troppo la dose della statina.

I principali effetti collaterali delle statine e come riconoscerli

Le statine possono causare effetti collaterali lievi a breve e lungo termine e, in alcuni casi, reazioni più serie. Riconoscerli per tempo aiuta a gestire la terapia.

Tra i disturbi comuni possiamo ricordare:

  • Mal di testa;
  • Nausea;
  • Stitichezza o diarrea;
  • Gonfiore addominale;
  • Dolori a muscoli o articolazioni. 

In alcuni pazienti si osserva un aumento della glicemia, con possibile comparsa di diabete nei soggetti predisposti. Possono anche verificarsi incrementi degli enzimi epatici.

Le reazioni muscolari gravi sono rare, ma vanno tenute sotto controllo. In particolare, la miopatia e la rabdomiolisi si manifestano con dolore e debolezza marcati, talvolta urine scure o febbre. In questi casi occorre allertare immediatamente il proprio medico.

Il sovradosaggio e il comportamento clinico

In caso di sovradosaggio di statine non esiste un antidoto specifico. La gestione della situazione è fondamentalmente di supporto ed è mirata a gestire i sintomi.

Assumere dosi eccessive può aumentare i disturbi gastrointestinali e muscolari e peggiorare le eventuali alterazioni epatiche o, raramente, renali. 
In ogni caso, dopo un sovradosaggio è necessario contattare immediatamente il medico.

 

Una cosa importante

Le informazioni che trovi in questo articolo hanno uno scopo divulgativo, e non sostituiscono il parere di un medico. Ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, e questo vale anche per gli eventuali effetti collaterali.

Per capire cosa è meglio per te, parla con un medico e leggi bene il foglietto illustrativo.

Alcuni consigli pratici per il paziente che prende statine

Per assumere correttamente le statine è utile seguire alcune regole e consigli pratici. In particolare:

  • La compressa va presa ogni giorno alla stessa ora. Per alcune molecole è preferibile la sera, ma è necessario attenersi sempre alle indicazioni del medico o del foglietto illustrativo;
  • Non bisogna frantumare o masticare le compresse gastroresistenti.
  • Se si dimentica una dose, non bisogna raddoppiare quella successiva. Si riprende semplicemente la somministrazione programmata.
  • È importante informare medico e farmacista su tutti i farmaci e gli integratori in uso, compresi i prodotti erboristici, Inoltre, bisogna riferire subito la comparsa di dolori muscolari persistenti, debolezza, urine scure, ittero o stanchezza marcata.
  • Lo stile di vita è e resta fondamentale nella gestione del colesterolo alto, anche durante la terapia. Un’alimentazione bilanciata, l’attività fisica regolare, l’astensione dal fumo e il consumo moderato di alcol riducono i rischi e aumentano l’efficacia della terapia;
  • Non interrompere mai l’assunzione dei farmaci di propria iniziativa.

Fonti:

  • Iago Pinal-Fernandez, Casal-Dominguez, M., & Mammen, A. L. (2018). Statins: pros and cons. Medicina Clínica (English Edition), 150(10), 398–402. https://doi.org/10.1016/j.medcle.2018.03.001