Pantoprazolo: indicazioni, interazioni e modalità d'uso

Il pantoprazolo è un farmaco che riduce l’acidità gastrica. È usato per reflusso gastroesofageo, ulcere e prevenzione delle complicanze da FANS, con dosaggi variabili in base alla condizione.

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pantoprazolo

Il pantoprazolo è un inibitore della pompa protonica usato per ridurre l’acidità gastrica. Viene impiegato nel trattamento di reflusso, esofagite, ulcere e nella prevenzione delle complicanze da FANS.

Che cos'è Pantoprazolo?

Il pantoprazolo è un farmaco che riduce l’acidità dello stomaco bloccando la “pompa” che produce l’acido. Per questo, viene anche chiamato inibitore della pompa protonica.
Questa pompa è presente nell’apparato digerente, e più nello specifico nelle cellule della parete gastrica. Quando viene bloccata, lo stomaco produce meno acido e il pH aumenta.

Il pantoprazolo si trova soprattutto in compresse gastroresistenti. Il rivestimento le protegge dall’acidità dello stomaco e fa sì che il principio attivo venga assorbito nell’intestino. Esistono tuttavia anche delle forme endovenose. solitamente usate in ospedale quando non si può assumere il farmaco per bocca.

Riducendo l’acidità, il pantoprazolo aiuta a controllare sintomi come bruciore di stomaco e rigurgito, favorisce la guarigione dell’esofago infiammato (la cosiddetta esofagite da reflusso) e sostiene la cicatrizzazione delle ulcere dello stomaco e del duodeno. 
In presenza di Helicobacter pylori può essere prescritto insieme a degli antibiotici  appositi come parte della terapia di eradicazione.

Classe farmacologica (inibitore della pompa protonica)

Il pantoprazolo appartiene alla classe degli inibitori di pompa protonica (IPP), farmaci che riducono in modo mirato la secrezione acida gastrica. 

Agiscono bloccando l’H⁺/K⁺ ATPasi delle cellule parietali
L’inibizione interessa sia la secrezione cosiddetta basale, sia quella sotto stimolo, ad esempio durante e dopo i pasti. 

La forma farmaceutica e i dosaggi comuni

Il pantoprazolo è disponibile soprattutto in compresse gastroresistenti e in due formulazioni: da 20 mg e 40 mg, oltre che in formulazioni endovenose per uso ospedaliero. 

  • Le compresse da 20 mg sono usate per gestire i sintomi del reflusso gastroesofageo e per la prevenzione delle ulcere da FANS nei pazienti a rischio;
  • Le compresse di pantoprazolo di 40 mg si impiegano, invece, nell’esofagite da reflusso, nelle ulcere e nei regimi di eradicazione dell’H. pylori in associazione ad antibiotici. 

Le soluzioni endovenose sono, invece, riservate a situazioni in cui l’assunzione orale non è praticabile.

Quali sono le indicazioni terapeutiche del pantoprazolo?

L’uso di pantoprazolo è indicato quando occorre ridurre l’acidità gastrica per trattare o prevenire condizioni acido-correlate. 

Le principali indicazioni comprendono: 

  • Gestione dei sintomi del reflusso (pirosi, rigurgito, dolore alla deglutizione);
  • Trattamento e prevenzione dell’esofagite da reflusso;
  • Terapia delle ulcere gastriche e duodenali e prevenzione delle ulcere da FANS in pazienti a rischio che necessitano di trattamenti prolungati. In caso di ulcera associata a Helicobacter pylori il pantoprazolo rientra nelle terapie di eradicazione in combinazione con antibiotici.
  • Nelle condizioni di ipersecrezione come la sindrome di Zollinger-Ellison. Tuttavia può essere necessaria una posologia maggiore e/o prolungata, definita ovviamente dal medico.

Nella maggior parte dei casi non è necessario assumere il pantoprazolo “a vita”.

L’esofagite da reflusso, ulcera, prevenzione ulcere da FANS

Nell’esofagite da reflusso il pantoprazolo riduce l’infiammazione, allevia i sintomi e aiuta a prevenire le recidive, mentre nel trattamento delle ulcere favorisce la cicatrizzazione e riduce il rischio di sanguinamento. 

La dose e la durata  dei trattamenti dipendono dalla gravità. Nelle fasi iniziali si possono usare 40 mg al giorno, con successiva riduzione a 20 mg al giorno per il mantenimento, seguendo comunque le indicazioni del medico. 

Se l’ulcera è correlata a H. pylori, il pantoprazolo si associa ad antibiotici nell’ambito della terapia di eradicazione. 

Nei pazienti che assumono FANS a lungo termine e presentano fattori di rischio (come età superiore ai 65 anni, pregressi episodi ulcerosi o sanguinamenti), l’impiego di pantoprazolo 20 mg al giorno contribuisce alla prevenzione delle ulcere duodenali e gastriche.

Quali sono le controindicazioni all’uso di pantoprazolo?

Il pantoprazolo è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo, ad altri IPP o ad uno qualsiasi degli eccipienti, inclusa la lecitina di soia

L’uso non è raccomandato sotto i 12 anni, mentre durante la gravidanza e l’allattamento può essere considerato solo se il beneficio atteso supera i potenziali rischi. Il farmaco è infatti stato rilevato nel latte materno e i dati riguardanti eventuali controindicazioni in gestazione sono limitati. 

Prima di iniziare la terapia, la presenza di sintomi come:

  • Perdita di peso non intenzionale;
  • Vomito ricorrente o con presenza di sangue;
  • Feci nere;
  • Difficoltà o dolore alla deglutizione;
  • Anemia;
  • Dolore toracico;
  • Dolore addominale;
  • Diarrea grave e/o persistente

Richiede accertamenti per escludere la presenza di eventuali patologie maligne, che il pantoprazolo potrebbe temporaneamente mascherare.

Le avvertenze e le precauzioni

Il trattamento con il pantoprazolo richiede un’attenta valutazione clinica iniziale e controlli durante la terapia, soprattutto se prolungata o in presenza di comorbilità. 

L’uso oltre 1 anno si associa a un lieve aumento del rischio di fratture, in particolare in soggetti con osteoporosi o in terapia con corticosteroidi. 

Occorre poi sorvegliare la comparsa di possibili reazioni cutanee e segnalare al medico un’eventuale comparsa di diarrea grave o persistente. 
In caso di comparsa di eruzioni cutanee nelle aree esposte alla luce può essere necessaria la sospensione. 

pantoprazolo
Immagine da: tiiips.com

L’uso prolungato e il monitoraggio (vitamina B12, magnesio)

Durante le terapie prolungate con pantoprazolo è opportuno monitorare vitamina B12 e magnesio, che possono ridursi per l’ipocloridria indotta. 

Infatti, la minore acidità può compromettere il rilascio e l’assorbimento della vitamina B12 dagli alimenti. A sua volta, la carenza protratta può associarsi ad anemia megaloblasticadisturbi neurologici

Dopo almeno 3 mesi (e più spesso oltre 1 anno) sono poi stati segnalati casi di ipomagnesiemia con:

  • Affaticamento;
  • Crampi;
  • Tremori;
  • Vertigini;
  • Aritmie;
  • Convulsioni. 

Possono poi coesistere ipopotassiemia o ipocalcemia. In tali contesti il medico può richiedere periodici esami ematochimici e, se necessario, utilizzare integratori alimentari o riconsiderare la terapia.

I pazienti con insufficienza epatica

Nei pazienti con insufficienza epatica il pantoprazolo va usato con cautela e, soprattutto nei casi gravi, non si devono superare 20 mg al giorno. 

Il farmaco è infatti metabolizzato a livello epatico, e una funzionalità ridotta può aumentarne l’esposizione sistemica

Le interazioni farmacologiche rilevanti

Il pantoprazolo può modificare l’efficacia o la sicurezza di altri medicinali, principalmente per via della variazione del pH gastrico o interazioni sul metabolismo. 

L’aumento del pH può, infatti, ridurre l’assorbimento di:

  • Antifungini azolici;
  • Alcuni antitumorali;
  • Gli inibitori della proteasi dell’HIV; 

Gli anticoagulanti orali (warfarin, fenprocumone) possono richiedere monitoraggi più frequenti della coagulazione. 

Inoltre:

  • Il metotressato può raggiungere concentrazioni più alte e, se serve, il medico può sospendere per un periodo il pantoprazolo;
  • La fluvoxamina può aumentare l’azione del pantoprazolo;
  • La rifampicina e i prodotti a base di iperico (ovvero l’erba di San Giovanni) possono ridurne l’efficacia. 

Anche farmaci come la digossina e gli integratori di ferro richiedono attenzione. 
Per questo è fondamentale condividere sempre con il medico l’uso di altri farmaci in associazione al pantoprazolo, compresi farmaci da banco, rimedi erboristici e prodotti omeopatici.

Il dosaggio e le modalità d'uso

Il dosaggio del pantoprazolo varia in base alla diagnosi, all’età e alle condizioni di salute. 

Di solito si prende per bocca, intero con un bicchiere d’acqua, circa un’ora prima del pasto. L’effetto dura 24 ore, quindi nella maggior parte dei casi basta una sola compressa al giorno. 
Se la produzione di acido è molto alta, il medico può decidere di aumentare la dose
Le compresse sono gastroresistenti e non vanno masticate o spezzate. 

Adulti, anziani e adolescenti

Negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su, la dose abituale di pantoprazolo è 20 mg una volta al giorno per i sintomi del reflusso, con miglioramento atteso in 2-4 settimane (a volte fino a 8). 

In caso di esofagite da reflusso si usano invece 40 mg al giorno nella fase acuta. Dopo la guarigione si passa spesso a 20 mg al giorno come mantenimento. 

Negli anziani senza gravi problemi al fegato di solito non serve modificare la dose. Se invece è presente una malattia epatica importante, non si devono superare i 20 mg al giorno ed è obbligatorio il monitoraggio da parte del medico. 

Interrompere il farmaco: come procedere?

L’interruzione del pantoprazolo va sempre concordata con il medico, per evitare la ricomparsa dei sintomi. 

Dopo un uso prolungato, può essere utile ridurre la dose gradualmente (per esempio da 40 mg a 20 mg al giorno), fino alla sospensione quando la situazione è divenuta stabile.

Gli effetti indesiderati: elenco e gestione

Gli effetti indesiderati del pantoprazolo possono essere più o meno frequenti e, nella maggior parte dei casi, sono lievi e temporanei. Alcune reazioni, però, richiedono l’interruzione del farmaco e una valutazione medica.

  • Effetti comuni: polipi benigni dello stomaco,stomaco, mal di testa, capogiri, diarrea, nausea o vomito, gonfiore e gas, stitichezza, bocca secca, dolori addominali, stanchezza, disturbi del sonno. Nelle terapie lunghe possono comparire fratture o aumento degli enzimi del fegato;
  • Effetti meno comuni o rari: alterazioni del gusto, disturbi visivi (vista offuscata), orticaria, dolori articolari o muscolari, variazioni di peso, febbre, gonfiore alle gambe, reazioni allergiche, depressione; molto raramente disorientamento;
  • Effetti di frequenza non nota: allucinazioni, confusione (soprattutto se già presente in passato), formicolii, eritemi e fotosensibilità, colite con diarrea acquosa persistente. Reazioni cutanee gravi (come sindrome di Stevens-Johnson, Lyell, eritema multiforme, DRESS) e danni importanti a fegato o reni richiedono la sospensione immediata e cure specifiche.

Gli effetti lievi spesso non richiedono modifiche alla terapia. È invece necessario contattare subito il medico, o recarsi al pronto soccorso, in caso di segni di allergia, sangue nel vomito o nelle feci, dolore al petto, sintomi neurologici o diarrea grave.

Sovradosaggio: cosa fare?

Nel sovradosaggio di pantoprazolo non ci sono sintomi specifici oltre a quelli già noti come possibili effetti collaterali, ma assumere dosi troppo alte aumenta il rischio di reazioni indesiderate. 

In caso di ingestione eccessiva bisogna contattare subito un medico

Conservazione, compatibilità alimentare e avvertenze

Il pantoprazolo va conservato a temperatura ambiente, lontano da umidità e fuori dalla portata dei bambini. Non deve essere usato oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. 

Il farmaco non ha interazioni alimentari rilevanti, ma seguire le corrette modalità di assunzione ne garantisce l’efficacia. 

I farmaci scaduti o non utilizzati non vanno buttati nei rifiuti domestici o nello scarico, ma riportati in farmacia per un corretto smaltimento.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il foglietto illustrativo del pantoprazolo.

Una cosa importante

Le informazioni che trovi in questo articolo hanno uno scopo divulgativo, e non sostituiscono il parere di un medico. Ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, e questo vale anche per gli eventuali effetti collaterali.

Per capire cosa è meglio per te, parla con un medico e leggi bene il foglietto illustrativo.

Quanto costa il pantoprazolo?

Il prezzo di Pantoprazolo cambia a seconda del formato che si decide di acquistare. 

I prezzi variano dai 7 ai 10 euro. Ad esempio, una confezione di Pantoprazolo sand 14 compresse 40 mg costa 7,30 euro mentre una confezione di Pantorc gastr 14 compresse 40 mg costa 9,57 euro. 

A seconda delle condizioni soggettive di chi richiesde il farmaco e dagli altri prodotti compresi nella stessa ricetta, fino a metà del prezzo del Pantoprazolo può essere coperto dal SSN.

Fonti:

  • S.p.A, E. (2025). Pantoprazolo DOC - Foglietto Illustrativo. Codifa. https://www.codifa.it/foglietti-illustrativi/Pantoprazolo-DOC.1