Agnocasto: proprietà, benefici e utilizzo come integratore naturale

L’agnocasto è una pianta utilizzata nella tradizione erboristica. I suoi frutti vengono impiegati all’interno degli integratori alimentari per i suoi possibili effetti sul ciclo mestruale, sindrome premestruale e squilibri ormonali, ma le prove scientifiche a supporto sono limitate.

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L’agnocasto è un arbusto diffuso nelle zone mediterranee e in Asia occidentale, noto per l’uso tradizionale dei suoi frutti. 
Oggi è disponibile anche sotto forma di integratore, ed è studiato per i suoi possibili effetti sulla sindrome premestruale, sulla regolazione del ciclo e su alcune condizioni legate agli ormoni femminili.

Cos’è l’agnocasto?

L’agnocasto è un arbusto che fa parte della famiglia delle Verbenacee. Tende a crescere spontaneamente, in particolare nelle zone mediterranee e in Asia occidentale. 
Produce delle bacche nere e dei fiori violetti, che vengono utilizzati ormai da secoli nella tradizione erboristica

La pianta raggiunge in media i sei metri di altezza, cresce bene in terreni freschi e umidi e resiste anche in condizioni avverse. 
Le sue foglie sono composte da più lobi e presentano una superficie inferiore biancastra. Per quanto riguarda invece i frutti, dalle dimensioni di pochi millimetri, hanno un sapore amaro e leggermente piccante, al punto che la pianta è nota anche come “falso pepe” o “pepe dei monaci”.

L’origine e l’utilizzo tradizionale dell’agnocasto

L’agnocasto ha una lunga storia d’uso nella cultura mediterranea. 
È stato citato da autori come Omero, Dioscoride e Plinio il Vecchio, e in particolare quest’ultimo nelle sue opere racconta come venisse sparso sui giacigli delle donne ateniesi per preservarne la “purezza” durante l’assenza dei mariti. 

Oltre a questo uso simbolico, l’agnocasto veniva ampiamente sfruttato nella medicina popolare, in particolare per alleviare alcuni disturbi legati al ciclo e, in alcune tradizioni, per stimolare la produzione di latte materno

Le proprietà e i benefici dell’agnocasto

L’agnocasto ha diverse proprietà potenzialmente interessanti per la salute umana. In particolare, contiene composti come flavonoidi, diterpeni, alcaloidi e oli essenziali, che possono potenzialmente andare ad influenzare la produzione di alcuni ormoni ipofisari.
Questo spiega perché venga usato soprattutto per disturbi legati agli ormoni sessuali femminili, al ciclo mestruale e alla sindrome premestruale. 

In particolare, ridurrebbe alcuni sintomi “minori” come: 

  • Irritabilità;
  • Emicrania;
  • Dolore e sensibilità al seno;
  • Tensione addominale.

Questo sembra derivare dall’interazione con i recettori dopaminergici dell’ipofisi, che porterebbe ad una riduzione dei livelli di prolattina, ovvero un ormone coinvolto in vari “effetti collaterali” del ciclo. 

L’agnocasto viene poi studiato per il trattamento di altre condizioni, in particolare le irregolarità del ciclo mestruale. Inoltre, l’olio essenziale avrebbe delle proprietà che lo rende utile per il trattamento estetico dei capelli.

Tuttavia, non tutti questi potenziali benefici avrebbero ricevuto conferme scientifiche solide. Le autorità, come l’EFSA, ad oggi non hanno approvato claim ufficiali sui benefici dell’agnocasto, e molte delle potenziali applicazioni restano attualmente oggetto di studi.

La regolazione del ciclo mestruale

L’agnocasto viene utilizzato, anche sotto forma di integratori, soprattutto per trattare i disturbi legati al ciclo mestruale. L’assunzione di estratti della pianta, infatti, può potenzialmente ridurre i sintomi della sindrome premestruale, in particolare la mastodinia, ovvero il dolore e la tensione al seno, così come irritabilità, emicrania e ritenzione idrica.

Il meccanismo più probabile alla base di questo funzionamento riguarderebbe l’azione di alcuni diterpeni presenti nei frutti, che si andrebbero a legare ai recettori della dopamina situati nell’ipofisi. 
Questo effetto inibisce la secrezione di prolattina, un ormone che, quando prodotto in eccesso, può causare irregolarità del ciclo mestruale e i disturbi “tipici” della fase luteale. 
Normalizzando i livelli di prolattina, l’agnocasto contribuisce a regolare l’attività ormonale femminile, allo stesso tempo senza alterare la secrezione di altri ormoni come l’LH (ormone luteinizzante) o l’FSH (ormone follicolo-stimolante).

Per questi motivi, l’uso della pianta e dei suoi estratti sono stati proposti per trattare, almeno in parte, alcune condizioni, come:

  • Amenorrea (assenza di mestruazioni);
  • Oligomenorrea (cicli troppo ravvicinati);
  • Polimenorrea (cicli troppo distanti). 

Tuttavia, la variabilità individuale è elevata e non tutte le donne rispondono nello stesso modo.

agnocasto

L’agnocasto e il supporto per la fertilità

L’agnocasto viene studiato anche per i suoi possibili effetti sulla fertilità femminile, in particolare nei casi in cui le difficoltà a concepire siano legate a degli squilibri ormonali. 
I livelli eccessivi di prolattina, infatti, possono ostacolare l’impianto dell’embrione.

“Normalizzando” i livelli di prolattina, l’agnocasto sembrerebbe favorire un miglioramento della funzione del corpo luteo, ovvero la struttura ovarica che produce progesterone dopo l’ovulazione. 
Questo ormone è fondamentale per preparare l’endometrio all’impianto e far sì che le prime fasi della gravidanza vadano avanti senza problemi. 

Nonostante ciò, le prove scientifiche a supporto di questi effetti restano comunque limitate e non definitive

Inoltre, è importante ricordare che l’uso della pianta non è indicato durante la gravidanza, poiché potrebbe interferire con il corretto andamento della gestazione

L’agnocasto come integratore: le forme e i dosaggi

L’agnocasto è disponibile in diverse forme, e in particolare:

  • Estratto “secco”;
  • Capsule;
  • Compresse;
  • Tinture;
  • Gocce e preparati liquidi in generale. 

La parte che viene utilizzata per ricavare l'integratore è il frutto essiccato.

Negli integratori a base di estratto secco, la quantità comunemente proposta come dose giornaliera è di 20 mg. Tuttavia, in alcuni casi si può arrivare fino a un massimo di 240 mg al giorno.

Detto questo, le modalità d’uso possono cambiare anche in maniera sostanziale in base al prodotto, per questo occorre seguirle con attenzione.

Gli integratori di agnocasto sono reperibili normalmente in erboristeria e farmacia. 
Tuttavia, prima di iniziare ad utilizzarli è consigliabile chiedere un parere al proprio medico, soprattutto in presenza di terapie farmacologiche concomitanti.

Quali sono le controindicazioni e i possibili effetti collaterali dell’agnocasto?

L’uso dell’agnocasto è generalmente considerato sicuro, purché l’assunzione sia limitata a un periodo di alcuni mesi. Tuttavia, può causare alcuni effetti indesiderati, e in particolare: 

  • Disturbi gastrointestinali;
  • Gonfiore addominale;
  • Nausea;
  • Crampi addominali;
  • Flatulenza;
  • Disturbi del sonno.

L’utilizzo dell’agnocasto e degli integratori derivati è, comunque, controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.

Inoltre, bisogna utilizzarlo con cautela in presenza di patologie sensibili agli ormoni, come: 

  • Endometriosi;
  • Fibromi uterini;
  • Tumori estrogeno-dipendenti (in particolare alla mammella, all’utero e alle ovaie). 

In questi casi, infatti, l’assunzione potrebbe peggiorare la situazione clinica.

L’agnocasto non è indicato nemmeno per persone con patologie neurologiche o psichiatriche, in quanto potrebbe andare ad interferire con i farmaci dopaminergici o gli antipsicotici.

Infine, l’agnocasto può ridurre l’efficacia della pillola anticoncezionale e dei farmaci a base di estrogeni.

Quali sono le evidenze scientifiche sull’agnocasto?

Le ricerche scientifiche riguardanti l’uso dell’agnocasto si sono concentrate soprattutto sul trattamento dei sintomi della sindrome premestruale e sul dolore al seno. 

Alcuni studi clinici hanno evidenziato un miglioramento significativo dei sintomi della sindrome premestruale in alcune donne trattate con 20 mg al giorno di estratto secco per tre cicli. Queste ultime hanno riportato una riduzione , in particolare, di irritabilità, emicrania, gonfiore e dolore mammario rispetto al gruppo placebo dello studio.

Un altro studio in aperto su 34 donne con iperprolattinemia ha mostrato una diminuzione dei livelli di prolattina dopo un mese di trattamento con 40 mg di estratto al giorno. Questo risultato supporterebbe l’ipotesi che l’agnocasto agisca sui recettori dopaminergici inibendo la secrezione di prolattina, con un potenziale effetto “indiretto” sulla regolarità del ciclo mestruale.

Tuttavia, nonostante questi risultati incoraggianti, molte ricerche presentano dei limiti metodologici e non consentono di trarre conclusioni definitive in merito all’efficacia degli integratori dell’agnocasto, al punto che le autorità, come l’EFSA, non hanno ad oggi approvato alcun claim ufficiale in merito.

Fonti:

  • Chasteberry: Usefulness and Safety. (2024). NCCIH.
  • Alejandra, M., Peralta, J., Fabrício Luiz Tulini, Henrique, S., Mazzocato, M. C., Trindade, M. A., Valdecir Luccas, & Favaro-Trindade, C. S. (2024). Encapsulation of Chasteberry (Vitex agnus castus L.) Extract by Spray-Drying Followed by Spray-Chilling for Its Application in Dark Chocolate. Foods, 13(23), 3742–3742.
  • Maedeh Rashmeei, Hosseini, P., Mehdi Shamsaie Mehrgan, & Hamed Paknejad. (2020). Stimulatory effect of dietary chasteberry (Vitex agnus-castus) extract on immunity, some immune-related gene expression, and resistance against Aeromonas hydrophila infection in goldfish (Carassius auratus). Fish & Shellfish Immunology, 107, 129–136. https://doi.org/10.1016/j.fsi.2020.09.037
  • Şeyma Ulusoy, Ebrar İnal, Esra Küpeli Akkol, Mahmut Çiçek, Murat Kartal, & Sobarzo-Sánchez, E. (2024). Evaluation of the anti-obesity effect of Sambucus nigra L. (elderberry) and Vitex agnus-castus L. (chasteberry) extracts in high-fat diet-induced obese rats. Frontiers in Pharmacology, 15. 

Crediti dell’immagine: Wikimedia Commons