Si possono mangiare funghi in gravidanza?
I funghi in gravidanza possono essere consumati solo se scelti da fonti sicure, lavati e cotti con cura. Infatti, possono causare intossicazioni o tossinfezioni anche gravi.

I funghi in gravidanza si possono mangiare, ma con delle accortezze e con prudenza.
Infatti, vanno consumati solo se coltivati o certificati, lavati accuratamente, cotti completamente e consumati in porzioni moderate, per ridurre il rischio di tossinfezioni e intossicazioni che possono causare problemi anche gravi alla madre e al feto.
Si possono mangiare i funghi in gravidanza?
Sì, i funghi in gravidanza si possono mangiare, ma devono essere consumati con cautela.
Non sono alimenti vietati in modo assoluto, tuttavia il loro profilo tossicologico e microbiologico impone una serie di attenzioni.
Sono infatti, anche se provenienti da fonti sicure, poco digeribili. In gravidanza è preferibile limitarne la frequenza a una sola volta alla settimana, in piccole porzioni e sempre dopo essere stati cotti accuratamente.
In presenza di dubbi sull’origine o sullo stato di conservazione del prodotto, è consigliabile evitarli del tutto.
I rischi e le precauzioni
Mangiare i funghi in gravidanza comporta diversi possibili rischi, anche quando si tratta di specie commestibili. In particolare, le principali preoccupazioni riguardano la possibilità di:
- Tossinfezioni alimentari;
- Contaminazioni ambientali;
- Ingestione accidentale di varietà tossiche, che possono causare intossicazioni da funghi anche molto gravi.
Dobbiamo sottolineare che la gravidanza è una condizione in cui il sistema immunitario è parzialmente “modulato” per tollerare la presenza del feto, e questo rende più vulnerabili ad alcune infezioni alimentari, tra cui toxoplasmosi e listeriosi. Queste ultime possono avere conseguenze molto gravi anche per il nascituro.
Il rischio di tossinfezioni
Il consumo di funghi, non solo in gravidanza ma a prescindere, può esporre al rischio di infezioni da batteri come Listeria monocytogenes o parassiti come Toxoplasma gondii.
In particolare la listeriosi, se contratta in gravidanza, può provocare conseguenze estremamente gravi come:
- Aborto spontaneo;
- Parto prematuro;
- Infezioni gravi “passate” al neonato.
Anche la toxoplasmosi può causare complicazioni a carico del feto, in particolare se contratta nel primo trimestre.

Ma perché i funghi possono causare queste tossinfezioni? La risposta è abbastanza semplice: questi agenti patogeni possono infatti essere presenti nei residui di terra che aderiscono alla superficie dei funghi.
Per ridurre il rischio, quindi, è necessario lavarli accuratamente prima della cottura, evitando ogni contatto tra il prodotto crudo e superfici o utensili che verranno poi riutilizzati.
Anche la cottura accurata è indispensabile, poiché le temperature elevate inattivano molti batteri e parassiti.
Un altro pericolo da considerare è il botulismo, una grave intossicazione alimentare causata da una tossina prodotta da Clostridium botulinum, che può svilupparsi in conserve sott’olio mal preparate e/o mal conservate. Dunque, nell’alimentazione in gravidanza è meglio escludere i funghi conservati con preparazioni casalinghe.
I funghi selvatici o coltivati
Durante la gravidanza è fortemente sconsigliato il consumo di funghi selvatici, anche quando si ritiene di riconoscerli con certezza.
In Italia, infatti, sono presenti diverse specie tossiche o potenzialmente mortali molto simili a quelle commestibili.
La raccolta autonoma va sempre evitata, a meno che non si disponga di una certificazione professionale e si effettui una verifica da parte di micologi delle ASL, ma, anche in questo caso e soprattutto in condizioni delicate come la gravidanza, la cautela non è mai troppa.
I funghi coltivati sono, invece, una scelta più sicura. Champignon, pleurotus, funghi porcini e altre varietà “da supermercato” sono prodotti in ambienti controllati e presentano un profilo igienico generalmente più affidabile. Tuttavia, devono comunque essere osservati con attenzione. Se sono presenti parti danneggiate, macchie scure o odori anomali, è meglio non consumarli.
Come consumare i funghi in gravidanza
I funghi in gravidanza devono essere sempre consumati cotti, in quantità moderate e solo se provengono da fonti sicure.
Un fungo “sano” deve presentarsi integro, senza parti ammaccate, macchie o odori anomali.
Se appare deteriorato o con segni di marcescenza, è preferibile scartarlo. È inoltre essenziale spazzolare e lavare i funghi con cura per eliminare eventuali residui di terra, ed evitando eventuali contaminazioni crociate.
La cottura corretta
La cottura dei funghi in gravidanza è un passaggio estremamente importante per renderli “sicuri”. È infatti fondamentale consumare solo e soltanto funghi cotti con cura, mai crudi o parzialmente crudi.
Per alcune specie è consigliato un passaggio preliminare in acqua bollente, soprattutto per quelle tipologie di funghi che, da crudi, contengono sostanze potenzialmente tossiche o irritanti, come i chiodini.
In generale, comunque, i funghi devono raggiungere una temperatura interna di almeno 60°C, mantenuta per un tempo sufficiente a garantire l’inattivazione di batteri e parassiti eventualmente presenti.
Nel caso dei funghi surgelati, è bene attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate in etichetta. Se si utilizzano funghi secchi, bisogna reidratarli in acqua tiepida e cuocerli completamente.
Le quantità consigliate: quanti funghi si possono mangiare in gravidanza?
I funghi in gravidanza andrebbero comunque consumati con moderazione, a prescindere dalla cottura e dalla varietà. La raccomandazione generale da parte dell’OMS è che si possono mangiare funghi, sebbene siano sconsigliati per via delle cautele che occorre praticare, e di non superare una porzione a settimana.
Questa indicazione non si basa solo sul potenziale rischio tossicologico, ma anche sulla scarsa digeribilità del prodotto. Se consumati in quantità elevate o con troppa frequenza, possono causare disturbi gastrointestinali, peggiorando ad esempio la nausea in gravidanza.
Comunque, il consiglio rimane quello di rivolgersi ad un nutrizionista per avere indicazioni chiare su cosa mangiare in gravidanza e su cosa non mangiare in gravidanza, anche considerata la propria condizione individuale.
Fonti:
- Sun, L., & Niu, Z. (2020). A mushroom diet reduced the risk of pregnancy-induced hypertension and macrosomia: a randomized clinical trial. Food & Nutrition Research, 64(0). https://doi.org/10.29219/fnr.v64.4451