Cosa non mangiare durante l'allattamento? Quali cibi evitare?
Sapere cosa non mangiare in allattamento aiuta a evitare cibi e bevande che possono dare fastidio al bambino o interferire con la produzione di latte. Alcuni alimenti, infatti, richiedono moderazione, mentre altri andrebbero evitati.

Capire cosa non mangiare in allattamento serve soprattutto a distinguere tra ciò che è davvero da limitare o da evitare del tutto e ciò che, invece, può restare nella dieta senza troppi pensieri.
L’obiettivo, in ogni caso, resta comunque quello di avere una dieta varia e sufficientemente ricca, perché la produzione di latte dipende anche dall’apporto energetico e dalla sua qualità.
Dieta in allattamento: cosa evitare?
In allattamento non è necessario evitare interi gruppi di alimenti, ma conviene comunque evitare alcuni eccessi, diete restrittive e alcuni specifici prodotti a rischio.
La ghiandola mammaria riesce, infatti, a produrre latte in modo stabile se riceve i nutrienti di cui ha bisogno (non esistono singoli alimenti che occorre tenere presente, se ci si chiede cosa mangiare in allattamento per aumentare il latte), mentre un’alimentazione troppo rigida o sbilanciata può incidere negativamente sulla quantità di latte e sul profilo nutrizionale, per esempio sul tipo di acidi grassi.
In linea di massima, occorre avere prudenza in caso di:
- Diete ipocaloriche o dimagranti, perché riducono l’energia disponibile per la lattazione;
- Consumo elevato di alcolici, soprattutto vicino alla poppata;
- Assunzione eccessiva di caffeina e bevande stimolanti;
- Dieta ricca di pesci con alti livelli di mercurio e, più in generale, un consumo non bilanciato di pesce;
- Assunzione di alimenti e integratori di provenienza non controllata, perché possono veicolare sostanze potenzialmente pericolose o dannose.
Un simile discorso può essere fatto anche per quanto riguarda cosa non mangiare in gravidanza.
In parallelo, occorre tenere presente che alcune tipologie di cibi tendono a dare “fastidio” al bambino. Non è infatti raro che ci si chieda cosa non mangiare in allattamento per evitare le coliche.
Se compaiono irritabilità, pianto ricorrente o disturbi intestinali, può essere utile osservare cosa è stato consumato nelle ore precedenti e valutare una sospensione temporanea dell’alimento coinvolto, con reintroduzione graduale e uno per volta, preferibilmente dopo confronto con la o il medico.
Quali sono i cibi da evitare in allattamento
Tra i cibi da evitare o limitare durante l’allattamento possiamo ricordare:
- Bevande e alimenti ricchi di caffeina;
- Alcolici;
- Cibi e alimenti a rischio di contaminazione, ad esempio funghi provenienti da fonti non controllate, oppure, tra la frutta vietata in allattamento, frutti che non sono stati accuratamente lavati e disinfettati.
Si tratta anche di alimenti che vengono limitati o evitati nell’alimentazione in gravidanza.
Detto questo, più che singoli alimenti vietati, in allattamento conviene anche evitare quelle che sono alcune abitudini che impoveriscono la dieta. Il latte materno, infatti, cambia naturalmente nel tempo e risente anche dello stato nutrizionale della madre. Per questo, seguire dei regimi alimentari troppo restrittivi o sbilanciati possono rendere più difficile coprire quello che è il naturale fabbisogno di proteine, vitamine e minerali.
I cibi e le bevande con caffeina
In allattamento il consumo di caffeina va limitato, perché può passare nel latte e, di conseguenza, rendere il bimbo più irrequieto o disturbare il sonno.
Bisogna fare attenzione perché, in questo senso, in cosa non mangiare in allattamento non sono compresi solo tè e caffè, ma anche:
- Cioccolato;
- Alcune bevande, come la Coca Cola;
- Energy drink.
Detto questo, il consumo di caffè (o caffeina) in allattamento non è vietato in senso assoluto, come avviene anche per il caffè in gravidanza, ma va effettuato con prudenza, limitando le quantità, consumandolo lontano dal momento della poppata e preferendo, ove possibile, il caffè decaffeinato.
Gli alcolici
Tra i cibi e le bevande da evitare in allattamento rientrano gli alcolici, che sarebbe meglio evitare del tutto in quanto l’alcol tende a passare nel latte materno.
Detto questo, comunque, un consumo estremamente moderato e occasionale (ad esempio mezzo boccale di birra, o un piccolo bicchiere di vino per una o due volte la settimana), se consumato lontano dalla poppata tende ad essere considerato relativamente sicuro.

I cibi a rischio di contaminazione
Tra i cibi da evitare in allattamento, comprese frutta e verdura, abbiamo quegli alimenti che provengono da fonti non controllate e a rischio di contaminazione. Questo perché possono contenere tossine o contaminanti che potrebbero raggiungere il latte.
Il punto, dunque, non è tanto il consumo dell’alimento “in sé”, ma la sua provenienza e la mancanza di garanzie sulla sua sicurezza.
In particolare possiamo ricordare, quando provenienti da filiere non controllare:
- Funghi di raccolta privata, perché le tossine di alcuni funghi possono passare nel latte anche prima che compaiano sintomi nella madre;
- Frutta secca e alcuni cereali o derivati, potenzialmente esposti al rischio di contaminazione da muffe pericolose per il fegato;
- Frutta e verdura da coltivazioni autonome non controllate, che possono contenere livelli elevati di nitrati, nitriti, metalli pesanti o residui di pesticidi;
- Uova, latte, carne e pesce di dubbia provenienza, per esempio da allevamenti domestici, caccia o pesca non sottoposti ad analisi. Occorre, in particolare, prestare attenzione alle frattaglie.
Questi alimenti andrebbero, dunque, eliminati dalla dieta post parto, privilegiando quelli provenienti esclusivamente da fonti sicure.
Il pesce e il mercurio in allattamento
Durante l’allattamento il pesce può restare nella dieta e non rientra tra i cibi da evitare in allattamento, ma conviene scegliere specie e quantità che riducano l’esposizione al mercurio.
Un'indicazione che viene spesso citata è quella di consumare pesce cotto due volte a settimana, preferendo varietà più povere di mercurio come salmone, e trota.
Al contrario, alcune specie andrebbero evitate o limitate, perché possiedono livelli potenzialmente più alti di mercurio. Tra quelle citate rientrano:
- Pesce spada;
- Sgombro;
- Tonno;
- Luccio.
Il latte vaccino e le reazioni nel lattante
Il consumo di latte vaccino durante l’allattamento, in genere, non crea particolari problemi nel bambino. Tuttavia, in alcuni casi il piccolo può mostrare quelli che sono sintomi compatibili con l’allergia alle proteine del latte.
Si tratta infatti di una delle allergie alimentari più comuni durante l’infanzia, e può comparire anche durante l’allattamento.
Tra i sintomi più frequenti possiamo ricordare:
- Reazioni cutanee, come un’eruzione rossa e pruriginosa localizzata soprattutto al livello del viso e della bocca;
- Gonfiore di labbra e viso, o intorno agli occhi;
- Mal di pancia, vomito, coliche, diarrea o stitichezza;
- Naso che cola o chiuso.
Se compaiono questi segnali, occorre rivolgersi al pediatra e, in linea di massima, sospendere l’assunzione di latte vaccino.
Dieta in allattamento e coliche del neonato: che legame esiste?
Tra dieta materna e coliche del neonato può, potenzialmente, esserci un legame.
Tuttavia ciò non è automatico, e non esiste una lista “valida” per tutti. Soprattutto durante i primi mesi di allattamento è spesso difficile capire perché un neonato pianga e se si tratti effettivamente di coliche dovute all’alimentazione della mamma, quindi eliminare cibi “a tentativi” rischia di complicare la dieta senza risolvere il problema.
Detto questo, alcuni alimenti vengono citati più spesso come sospetti, perché possono aumentare il gonfiore intestinale o essere associati a irritabilità del piccolo. In particolare:
- Legumi e verdure che tendono a “gonfiare” la pancia, come broccoli, cavolo e cavolini di Bruxelles;
- Cipolla, cavolfiore e altre verdure che favoriscono la produzione di gas;
- Spezie e aromi piccanti;
- Cioccolato e, più in generale, prodotti con caffeina;
- Alcuni frutti, come gli agrumi, e la frutta con effetto lassativo;
Quando il sospetto è plausibile, in linea di massima oltre a parlarne con il pediatra può essere utile sospendere per qualche settimana l’alimento sospetto e osservare se i sintomi cambiano.
Occorre anche tenere presente la finestra temporale: i cibi consumati dalla madre fino a 6 ore prima dell’allattamento andrebbero tenuti sotto osservazione qualora si cerchi una correlazione con la comparsa di coliche nel bambino.
Fonti:
- Marangoni, F., Cetin, I., Verduci, E., Canzone, G., Giovannini, M., Scollo, P., Corsello, G., & Poli, A. (2016). Maternal Diet and Nutrient Requirements in Pregnancy and Breastfeeding. An Italian Consensus Document. Nutrients, 8(10), 629–629. https://doi.org/10.3390/nu8100629
- Carretero-Krug, A., Montero-Bravo, A., Morais-Moreno, C., Puga, A. M., Samaniego-Vaesken, L., Partearroyo, T., & Varela-Moreiras, G. (2024). Nutritional Status of Breastfeeding Mothers and Impact of Diet and Dietary Supplementation: A Narrative Review. Nutrients, 16(2), 301–301. https://doi.org/10.3390/nu16020301