Spirometria: cos’è, come si esegue e cosa misura
La spirometria è un esame non invasivo che consiste nel soffiare in un boccaglio per almeno tre volte e che permette di valutare la funzionalità dei polmoni e la capacità respiratoria di un individuo. Scopri quali tipologie esistono e come interpretare i valori dell'esame.

Punti chiave:
- Cos'è la spirometria: la spirometria è un esame non invasivo che valuta la funzionalità polmonare misurando i volumi d'aria che si possono inspirare ed espirare. Si effettua soffiando in un boccaglio collegato a uno spirometro.
- A cosa serve la spirometria: serve a diagnosticare, valutare e monitorare malattie polmonari come asma e BPCO, ma anche per monitorare la funzionalità respiratoria negli atleti o in persone esposte a fattori di rischio. Consente di misurare la capacità polmonare e la velocità dei flussi d'aria.
- Interpretazione dei risultati: i risultati principali sono il FEV1 (volume espiratorio massimo in un secondo) e la FVC (capacità vitale forzata). Un basso valore del rapporto FEV1/FVC può indicare un problema ostruttivo, mentre i valori normali si attestano tra l'80% e il 120% del valore medio atteso.
Per misurare e valutare le funzionalità polmonari viene prescritta la spirometria, un esame non invasivo e semplice che consiste nel soffiare in un boccaglio per almeno tre volte. Trattandosi di un esame fondamentale per prevenire, diagnosticare e approfondire determinate malattie o patologie, la spirometria può essere effettuata a qualsiasi età, anche nei bambini dai 5-6 anni.
Cerchiamo di capire cos’è la spirometria, come funziona il test, a cosa serve e quali sono le diverse tipologie di esame che possono essere prescritte dal medico.
Cos’è la spirometria
La spirometria è uno degli esami più utili per la valutazione della funzionalità polmonare: misura il volume d'aria espirato in momenti specifici durante un'espirazione completa forzata, preceduta da una inspirazione massimale.
Attraverso uno strumento chiamato spirometro, il paziente soffia in un boccaglio, producendo una registrazione dei volumi e dei flussi respiratori utile per la diagnosi, la valutazione e il monitoraggio di malattie polmonari come asma, BPCO e fibrosi polmonare. Spesso viene utilizzata anche come test di prevenzione per le persone che lavorano in ambienti particolarmente polverosi, oppure per i fumatori.
La spirometria, comunque, è un esame strumentale non invasivo.

A cosa serve la spirometria
Il test della spirometria permette di valutare la funzionalità dei polmoni e la capacità respiratoria di un individuo. Grazie a questo esame, infatti, il medico è in grado di misurare la quantità di aria che il paziente riesce a inspirare ed espirare, e la velocità con cui riesce a muoverla.
In particolare, la spirometria è utile per quantificare:
- i volumi d’aria in entrata e uscita dalle vie aeree;
- i volumi statici che occupano gli alveoli;
- i flussi, cioè i volumi di aria che vengono mobilizzati durante il respiro, in relazione alla durata dell’inspirazione e dell’espirazione.
L’utilità della spirometria non si limita soltanto alla diagnosi e all’approfondimento di alcune patologie (come l’asma, la BPCO o altre malattie polmonari), ma serve anche per valutare la funzionalità respiratoria nell’attività sportiva, monitorare la funzionalità polmonare dopo malattie e operazioni, oppure per approfondire esami diagnostici e di laboratorio.
Come si esegue la spirometria
Prima di effettuare la spirometria, al paziente viene richiesta la sua storia clinica oltre ad alcuni dati anagrafici e medici (in particolare peso e altezza).
Non è richiesta una preparazione specifica per questo esame, ma nelle ore immediatamente precedenti è importante evitare sforzi eccessivi, oltre a evitare fumo, alcool e pasti troppo abbondanti.
Il test vero e proprio, invece, consiste nel soffiare per almeno tre volte dentro un boccaglio collegato allo spirometro che riproduce i tracciati su un computer. Prima del soffio, al paziente viene applicato uno stringinaso per effettuare lo sforzo massimo. Se l’esame avviene all’interno del pletismografo, il paziente lo svolge tranquillamente seduto su di una sedia al suo interno.
La spirometria semplice ha una durata di circa 10 minuti. È fondamentale sospendere l’uso di farmaci broncodilatatori almeno 12 ore prima dell’esame.
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Tipologie di spirometria
La spirometria può essere principalmente divisa in due tipologie:
- la spirometria semplice, in grado di misurare i volumi di aria che vengono spostati durante il respiro;
- la spirometria globale, che permette invece di misurare la quantità totale di aria presente nei polmoni.
A sua volta, la spirometria globale si può effettuare secondo due metodologie:
- la spirometria con test di broncodilatazione, che consente di verificare l’eventuale presenza di “reattività” dei bronchi con particolare indicazione nel sospetto o nella rivalutazione in presenza di asma bronchiale;
- spirometria globale con tecnica pletismografica, cioè un test più approfondito che valuta la funzione polmonare in modo avanzato per studiare alcuni volumi polmonari altrimenti non indagabili.
Spirometria semplice
La spirometria semplice è la tipologia di esame più comune e frequente, in quanto permette di misurare i volumi e i flussi d’aria di base, come la capacità vitale forzata (CVF), il volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1) e il rapporto FEV1/CVF.
Viene chiamata anche curva flusso/volume proprio perché i parametri rilevati indicano quanta aria riescono a spostare i polmoni e con quale velocità.
Spirometria globale
La spirometria globale, invece, fornisce un’immagine più approfondita della situazione ed è utile soprattutto quando c’è il sospetto di possibili danni polmonari. Viene eseguita con un apposito macchinario chiamato cabina pletismografica (o plestismografo) che permette di misurare l’aria inspirata ed espirata con uno sforzo massimo; l’aria che rimane nel polmone dopo l’espirazione; e i volumi d’aria totale che il polmone è in grado di contenere dopo l’espirazione massimale.
In questo caso, infatti, i parametri che si vanno ad analizzare sono parecchi, tra i quali:
- CFR o FRC (capacità funzionale residua), che permette a sua volta di calcolare la capacità polmonare totale (CPT o TLC), ossia quanta aria è presente nella gabbia toracica, e il volume residuo (VR o RV), cioè quanta aria resta nei polmoni dopo un’espirazione forzata;
- Raw (resistenze delle vie aeree), per avere informazioni utili riguardo ad alterazioni elastiche dei polmoni.
Questa tipologia di approfondimento viene solitamente eseguita in seguito a una spirometria semplice per approfondire determinati aspetti critici. Si è rivelata uno strumento fondamentale nel monitoraggio dei pazienti post-Covid.

Valori e interpretazione dei risultati
La spirometria semplice, o curva flusso/volume, misura la quantità di aria che una persona è in grado di inspirare ed espirare dai polmoni con uno sforzo massimale, e la velocità con cui riesce a muoverla.
I valori principali della spirometria sono:
- FEV1 o VEMS (volume espiratorio massimo), cioè il volume di aria emessa in un secondo dopo una inspirazione massimale;
- FVC (capacità vitale forzata), cioè il volume totale di aria espulsa in una espirazione forzata dopo una inspirazione massimale;
- FEV1/FVC% (o Indice di Tiffenau), cioè il rapporto in percentuale fra il volume d’aria (in litri) espirata durante il primo secondo dello sforzo massimale e la quantità d’aria totale espirata durante tutto lo sforzo massimale;
- PEF (picco di flusso espiratorio), ovvero il più alto flusso sostenuto per almeno 10 millisecondi con un’espirazione forzata partendo da una inspirazione;
- FEF (flusso espiratorio forzato), che indica la velocità media, espressa in litri al secondo, del flusso di espirazione nella fase centrale, quando è stato espulso dal 25% al 75% del volume totale di aria espirata.
Il rapporto tra VEMS e FVC permette di differenziare un deficit di tipo ostruttivo da uno restrittivo.
I “valori normali” della spirometria, ovvero i parametri considerati ideali per una persona adulta in buona salute, si rilevano quando:
- i valori del FEV1 sono compresi tra l’80% e il 120% del valore medio;
- il rapporto tra FEV1 e FVC è pari a circa il 75-80%.
Quando i valori del FEV1 sono bassi, ci troviamo di fronte a un problema ostruttivo alle vie respiratorie che va esaminato per individuare la causa.
Rischi e controindicazioni della spirometria
La spirometria è un esame non pericoloso né doloroso, non invasivo e generalmente sicuro, ma in seguito al test possono verificarsi effetti collaterali temporanei come vertigini, stanchezza o dolore al torace a causa dello sforzo richiesto.
Questo esame non è indicato per le persone che soffrono di problemi cardiaci instabili, aneurismi, coloro che hanno eseguito interventi chirurgici recenti al torace o addome, o che soffrono di ipertensione arteriosa non controllata. In caso di condizioni mediche preesistenti, è fondamentale consultare il medico per valutare la sicurezza dell'esame.
FONTI:
- Lamb, K., Theodore, D., & Bhutta, B. S. (2023). Spirometry. In StatPearls. StatPearls Publishing.
- Haynes J. M. (2018). Basic spirometry testing and interpretation for the primary care provider. Canadian journal of respiratory therapy : CJRT = Revue canadienne de la therapie respiratoire : RCTR, 54(4), 10.29390/cjrt-2018-017. https://doi.org/10.29390/cjrt-2018-017