Mangiare cibo scaduto è pericoloso?
Mangiare cibo scaduto può essere pericoloso, anche a seconda del tipo di alimento. Alcuni prodotti sono comunque sicuri oltre la data di scadenza, ma altri possono causare intossicazioni e sintomi gastrointestinali anche gravi.

Mangiare cibo scaduto non ha sempre le stesse conseguenze. Infatti, alcuni alimenti se conservati correttamente restano sicuri anche dopo la data indicata sulla confezione, mentre prodotti freschi e deperibili possono diventare pericolosi e causare disturbi gastrointestinali o infezioni.
Mangiare cibo scaduto è pericoloso?
Mangiare cibo scaduto non è sempre pericoloso, ma può essere rischioso, perché aumenta la possibilità di sviluppare infezioni gastrointestinali causate dalla presenza di batteri, virus o parassiti.
I sintomi più comuni sono febbre, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. Tuttavia, in alcuni casi possono comparire complicazioni più gravi, che richiedono assistenza medica immediata.
Detto questo, il pericolo di mangiare cibo scaduto dipende molto dalla tipologia di alimento. Prodotti freschi come carne cruda, pollame, pesce o verdure a foglia verde sono particolarmente delicati: con il passare del tempo possono sviluppare batteri come:
- Salmonella;
- Escherichia coli;
- Listeria.
Questo può avvenire anche senza che vi siano cambiamenti visibili nell’aspetto o nell’odore.
Al contrario, alimenti secchi o a lunga conservazione, come possono essere la pasta, il riso, i biscotti e le conserve, possono mantenersi più a lungo se conservati in modo adeguato e con confezioni integre.
Tuttavia, anche in questo caso occorre sempre verificare la presenza di eventuali segni di deterioramento.
Data di scadenza e altre diciture: come leggere l'etichetta?
Le etichette degli alimenti riportano due diciture diverse, che non vanno confuse. In particolare:
- Quando compare la dicitura “da consumare entro…”, significa che consumare quell’alimento non è più sicuro dopo quel giorno;
- Se invece l’etichetta indica “da consumarsi preferibilmente entro”, il prodotto potrebbe essere ancora commestibile anche oltre la scadenza, pur perdendo un po’ di “freschezza”, purché sia stato conservato correttamente e non aperto.
Molti sprechi alimentari, così come alcune situazioni in cui ci si ritrova a mangiare cibo scaduto, derivano dalla mancata comprensione di questa distinzione.
Dobbiamo poi ricordare che le date di scadenza non vengono stabilite in modo arbitrario. Piuttosto, derivano da test che valutano la crescita microbica, la perdita di nutrienti e i cambiamenti di sapore, colore o consistenza.
Le indicazioni generali
Non tutti gli alimenti hanno lo stesso “comportamento” una volta superata la data di scadenza.
Alcuni, infatti, rimangono comunque sicuri per diversi giorni o addirittura mesi, mentre altri diventano rapidamente pericolosi per la salute. Insomma, mangiare cibo scaduto non è sempre pericoloso allo stesso modo.
La differenza dipende da vari fattori, e più nello specifico:
- Dal contenuto di acqua;
- Dai metodi di conservazione utilizzati;
- Dal rischio di contaminazione da parte di batteri o muffe.
Quali sono gli alimenti che si possono mangiare anche se sono scaduti?
Alcuni cibi possono essere mangiati anche se scaduti. In questo senso gli alimenti “secchi” o a lunga conservazione sono quelli che offrono i margini di sicurezza più ampi.
Pasta, riso, cereali e biscotti possono essere consumati anche oltre la data indicata, a patto che la confezione sia integra e conservata in un luogo asciutto. In caso di alterazioni di colore, presenza di muffa o cattivo odore, vanno comunque scartati.
Lo stesso vale per i prodotti in scatola, come i legumi o il tonno in scatola, che possono essere conservati per periodi anche molto lunghi. Infatti, in genere possono essere consumati anche uno o due mesi dopo la scadenza, purché la confezione non presenti rigonfiamenti, ammaccature profonde o segni di perdita di liquido, che possono indicare la presenza di possibili contaminazioni anche molto pericolose, come quella da botulino.
Stesso discorso per quanto riguarda le conserve sott’olio o sott’aceto che, purché sigillate, risultano ancora sicure per alcune settimane dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.

Quali sono gli alimenti da non mangiare se scaduti?
Esistono poi cibi che non vanno mangiati se scaduti. Gli alimenti freschi e deperibili sono quelli più critici in tal senso. In particolare:
- Carne cruda, pollame e macinati vanno consumati tassativamente entro la scadenza, oppure congelati per tempo, perché possono ospitare batteri come Salmonella ed Escherichia coli anche prima che compaiano segni visibili di deterioramento. I salumi affettati rientrano nella stessa categoria. Vanno infatti consumati entro la data di scadenza indicata, poiché possono contenere il Listeria, un batterio che può causare una tossinfezione alimentare detta listeriosi, particolarmente pericolosa soprattutto per le donne in gravidanza;
- Il pesce fresco non va consumato oltre la scadenza. Nel caso del pesce in scatola, come abbiamo accennato, il margine di sicurezza è leggermente maggiore, ma resta fondamentale il controllo dell’integrità della confezione;
- Le verdure a foglia verde, perché favoriscono lo sviluppo di batteri come Escherichia coli, che può provocare disturbi gastrointestinali;
- Alcuni latticini, in particolare i formaggi freschi e a pasta molle, così come il latte fresco;
- Succhi di frutta non pastorizzati;
- Frutti di bosco come fragole, lamponi e mirtilli, che possono sviluppare microrganismi o parassiti responsabili di diarrea, gonfiore e sintomi simili all’influenza;
- Uova crude, poiché diventano rapidamente un terreno favorevole per la proliferazione dei batteri.
Cosa fare se ho mangiato del cibo scaduto?
Mangiare cibo scaduto non provoca sempre problemi, ma può esporre a infezioni, intossicazioni o disturbi gastrointestinali.
La gravità dipende dal tipo di alimento, dalle condizioni di conservazione e dalla presenza di batteri, muffe o tossine.
Per questo è estremamente utile conoscere i sintomi che richiedono attenzione e i tempi con cui possono manifestarsi.
Quando preoccuparsi se ho mangiato del cibo scaduto? Sintomi e segnali
I sintomi più frequenti dopo aver mangiato cibi scaduti includono:
- Nausea;
- Vomito;
- Diarrea;
- Dolori addominali;
- Febbre o febbricola.
Si tratta delle manifestazioni tipiche di un’intossicazione alimentare, dovuta a microrganismi come Salmonella, Listeria o Escherichia coli.
In molti casi questi sintomi si risolvono spontaneamente in poche ore o giorni, tuttavia alcuni segnali possono indicare la presenza di un disturbo più grave, e di conseguenza la necessità di rivolgersi a un medico. In particolare tra i sintomi gravi possiamo ricordare:
- Disidratazione marcata;
- Febbre alta e che non passa;
- Diarrea con presenza di sangue;
- Difficoltà a mantenere i liquidi;
- Peggioramento progressivo del quadro clinico.
In questi casi occorre rivolgersi immediatamente ad un medico o recarsi al pronto soccorso.
Inoltre, i soggetti più vulnerabili, come bambini piccoli, donne in gravidanza, anziani e persone con difese immunitarie ridotte, corrono rischi maggiori. In questi casi anche in presenza di disturbi apparentemente lievi occorre rivolgersi comunque ad un medico.
Dopo quanto si sta male dopo aver mangiato del cibo scaduto?
Il tempo che intercorre tra l’ingestione di un alimento scaduto (e contaminato) e la comparsa dei sintomi non è sempre uguale, ma variabile.
Alcune infezioni possono manifestarsi già dopo poche ore, mentre altre hanno un periodo di incubazione più lungo. In particolare, nel caso dell’infezione da Salmonella, i disturbi compaiono solitamente tra le 6 e le 72 ore. Con la Listeria i sintomi possono presentarsi anche a distanza di giorni o settimane, rendendo, peraltro, più difficile collegare il malessere al consumo di un alimento specifico.
La comparsa dei sintomi dipende, quindi, dal tipo di agente patogeno e dalla quantità ingerita.
Fonti:
Kim, J. C., Huh, Y. E., & McFerran, B. (2024). EXPRESS: To Dispose or Eat? the Impact of Perceived Healthiness on Consumption Decisions for About-to-Expire Foods. Journal of Marketing. https://doi.org/10.1177/00222429241299392