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Diabete: cause, sintomi e strategie di prevenzione

Approfondisci il diabete con questa guida: dalla definizione ai sintomi, diagnosi, complicanze e metodi di prevenzione per una gestione ottimale di questa malattia cronica in crescita globale.

Diabete cause sintomi e cura

Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse al mondo, e la sua prevalenza è in costante aumento. Con oltre 400 milioni di persone affette a livello globale, questa malattia rappresenta una sfida importante per la salute pubblica.

Questo articolo intende fornire una panoramica dettagliata sul diabete, esplorando le sue cause, i sintomi, le complicanze, la diagnosi e le strategie di prevenzione.

Che cos’è il diabete

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il diabete mellito, o solo diabete, è definito come una malattia metabolica cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (o iperglicemia) che nel tempo porta a gravi danni al cuore, ai vasi sanguigni, agli occhi, ai reni e ai nervi. Il più comune è il diabete di tipo 2, che di solito si verifica negli adulti quando l’organismo diventa resistente all’insulina o non ne produce a sufficienza.

Tipi di diabete: classificazione

La Società Italiana di Diabetologia (SID) in accordo con quanto suggerito dall’ Associazione Americana per il diabete (ADA) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propone questa classificazione:

  • il diabete tipo 1, causato dalla progressiva distruzione autoimmune delle cellule β del pancreas deputate alla produzione di insulina. Questa forma viene generalmente diagnosticata durante l’infanzia o l’adolescenza, ma può svilupparsi anche in età adulta.
  • il diabete tipo 2, deriva da una relativa carenza di insulina e/o dalla scarsa capacità dei tessuti di utilizzare questo ormone. Questa forma è il tipo più comune di diabete e si sviluppa generalmente in età adulta.
  • il Diabete gestazionale è una forma di diabete che viene diagnosticato durante la gravidanza e che tendenzialmente sparisce dopo il parto.

Esistono poi altri tipi specifici di diabete dovute a cause diverse.

Le cause del diabete: eziopatogenesi

Il diabete implica complesse interazioni tra predisposizioni genetiche e fattori ambientali.

Il diabete di tipo 1 è causato dalla distruzione autoimmune delle β-cellule pancreatiche, che coinvolge linfociti T e B e macrofagi. Questo processo si verifica in individui geneticamente predisposti, ma i fattori ambientali giocano un ruolo significativo nell’ innescare la mattia.

Nel diabete di tipo 2 le cause sono più complesse e multifattoriali. I fattori genetici possono aumentare la predisposizione al diabete tipo 2, ma è lo stile di vita, caratterizzato da una dieta ricca di zuccheri e grassi, inattività fisica e sovrappeso, a svolgere un ruolo cruciale. Questo porta a una condizione di insulino-resistenza, un’alterata regolazione epatica del glucosio e un declino della funzione delle cellule β, processi spesso associati all’obesità e alla mancanza di attività fisica.

Quali sono i sintomi del diabete?

I sintomi del diabete possono essere diversi ed insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete di tipo 1 o di tipo 2.

Nel caso di diabete di tipo 1 si può assistere improvvisamente all’insorgenza di una aumentata necessità di urinare, un aumento della sete e della fame, ingiustificata perdita di peso, alterazioni della vista, debolezza. Nei bambini piccoli e nei neonati, i sintomi possono aumentare con il passare dei giorni (si parla in questo caso di diabete infantile ). In alcuni casi, non ci sono sintomi evidenti perché la glicemia aumenta in modo lento e graduale; questo accade soprattutto nel diabete di tipo 2. Di conseguenza, la malattia può essere diagnosticata diversi anni dopo l’esordio, quando le complicazioni sono già insorte.

Per questo motivo è importante conoscere i fattori di rischio.

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Fattori di rischio diabete tipo 1

Il diabete di tipo 1 è caratterizzato da una risposta immunitaria influenzata principalmente da una predisposizione genetica a reagire contro fenomeni esterni, come virus o batteri, che possono scatenare un attacco autoimmune diretto contro l’organismo stesso. Tra i principali fattori di rischio vi sono:

  1. Genetica: la presenza di parenti stretti con diabete di tipo 1 aumenta il rischio di sviluppare la malattia;
  2. Fattori ambientali: infezioni virali, condizioni ambientali e dietetiche;
  3. Autoimmunità: la presenza di altre malattie autoimmuni aumenta il rischio di sviluppare la malattia.

Fattori di rischio diabete di tipo 2

I fattori di rischio per il diabete di tipo 2 sono molteplici:

  1. Storia familiare: avere un parente stretto con diabete di tipo 2 aumenta significativamente il rischio.
  2. Età: il rischio di diabete di tipo 2 aumenta con l’età, soprattutto dopo i 45 anni.
  3. Sovrappeso e obesità: l’eccesso di peso corporeo, con grasso accumulato soprattutto a livello addominale, aumenta la resistenza all’insulina e, di conseguenza, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2;
  4. Alimentazione sregolata: ricca di grassi saturi e zuccheri semplici;
  5. Sedentarietà: la mancanza di attività fisica contribuisce all’aumento di peso e riduce la sensibilità delle cellule all’insulina;
  6. Dislipidemia e ipercolesterolemia;
  7. Disordini metabolici e non metabolici associati;

Sovrappeso e obesità

L’obesità è uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2. Il grasso corporeo in eccesso, in particolare il grasso viscerale che si accumula intorno agli organi addominali, è associato all’insulino-resistenza. Questa resistenza porta il pancreas a produrre più insulina, ma alla fine il corpo non riesce a mantenere il ritmo, portando a un aumento dei livelli di zucchero nel sangue.

Ipertensione

L’ipertensione, è spesso associata al diabete di tipo 2 e può aumentare il rischio di complicanze cardiovascolari. Essa, infatti, contribuisce alla resistenza all’insulina e danneggia i vasi sanguigni, aumentando il rischio di malattie cardiache, ictus e altre complicanze legate al diabete.

Dislipidemia e ipercolesterolemia

Le persone con diabete di tipo 2 spesso soffrono di dislipidemia, una condizione caratterizzata da livelli anormali di lipidi nel sangue, come colesterolo alto, che può contribuire all’aterosclerosi, un restringimento e indurimento delle arterie che aumenta il rischio di infarto e ictus.

Disordini metabolici e non metabolici associati

Il diabete di tipo 2 è spesso associato a una serie di altri disordini metabolici, come la sindrome metabolica, che include ipertensione, obesità addominale (un accumulo eccessivo di grasso sull’addome), dislipidemia e livelli elevati di glucosio nel sangue. Questi disordini aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e altre complicanze gravi.

Complicanze acute

Le complicanze acute del diabete, si manifestano rapidamente, spesso in seguito a uno scompenso glicemico significativo. Seppur rare, rappresentano un serio rischio per la vita del paziente e richiedono un intervento tempestivo e specializzato.

Nel diabete di tipo 1, la chetoacidosi diabetica si manifesta con un pericoloso accumulo di chetoni e acidosi, mentre nel diabete di tipo 2, la sindrome iperosmolare non chetosica è caratterizzata da iperglicemia estrema e disidratazione severa.

Un’altra complicanza comune, soprattutto in trattamenti intensivi, è l’ipoglicemia, che può causare sintomi gravi come confusione e perdita di coscienza, e in casi estremi, può risultare fatale, soprattutto nei pazienti fragili. È quindi essenziale che pazienti e familiari siano addestrati a riconoscere e trattare prontamente questa condizione. Monitorare regolarmente i livelli di glucosio nel sangue e seguire le indicazioni terapeutiche fornite dal proprio medico è, quindi, cruciale nella gestione del diabete e nella prevenzione delle sue complicanze a lungo termine.

Complicanze croniche

Le complicanze croniche del diabete sono tra le principali cause di morbilità e mortalità per chi vive con questa malattia. Queste complicanze si sviluppano gradualmente a causa di un controllo glicemico insufficiente e di altri fattori di rischio. Di seguito vengono descritte le principali complicanze croniche associate al diabete:

  • Malattie cardiovascolari: sono la principale causa di morte tra le persone diabetiche. L’iperglicemia cronica può danneggiare i vasi sanguigni, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche che restringono e induriscono le arterie (aterosclerosi). Ciò può portare a condizioni gravi come infarto miocardico, ictus e insufficienza cardiaca. Il monitoraggio dei fattori di rischio, come ipertensione e dislipidemia, e l’adozione di misure preventive, come dieta sana ed esercizio fisico, sono fondamentali per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti diabetici
  • Retinopatia: è una delle principali cause di cecità tra gli adulti. Si sviluppa quando i vasi sanguigni nella retina vengono danneggiati dall’iperglicemia. La retinopatia può manifestarsi in una forma non proliferativa, con microaneurismi e perdita di fluido, o in una forma proliferativa, con la formazione di nuovi vasi sanguigni anomali che possono causare emorragie e distacco della retina. La prevenzione include esami oculistici regolari e un controllo rigoroso della glicemia.
  • Nefropatia: è una delle principali cause di insufficienza renale cronica. Si verifica quando i glomeruli renali vengono danneggiati dall’iperglicemia, riducendo la capacità dei reni di filtrare i rifiuti dal sangue. La nefropatia si manifesta inizialmente con microalbuminuria (presenza di piccole quantità di albumina nelle urine) e può progredire fino all’insufficienza renale cronica. Il controllo della glicemia e della pressione arteriosa è essenziale per prevenire o rallentare la progressione della nefropatia.
  • Neuropatia: colpisce il sistema nervoso periferico, causando sintomi come formicolio, intorpidimento e dolore, soprattutto nei piedi e nelle gambe. La neuropatia periferica aumenta il rischio di lesioni e ulcere, che possono evolvere in infezioni gravi. In casi estremi questa condizione può portare a una perdita completa della sensibilità, esponendo i pazienti a gravi rischi di infezioni e amputazioni. La neuropatia autonomica, invece, colpisce le funzioni involontarie del corpo, come la digestione e la funzione sessuale. La gestione della neuropatia si basa sul controllo della glicemia e sulla prevenzione delle complicanze, in particolare il piede diabetico.
  • Piede diabetico: è una complicanza grave che può derivare dalla neuropatia e dalle malattie vascolari periferiche. La ridotta sensibilità nei piedi, combinata con una circolazione sanguigna insufficiente, può portare alla formazione di ulcere che, se non trattate, possono evolvere in gangrena e richiedere l’amputazione. La prevenzione del piede diabetico include l’ispezione quotidiana dei piedi, l’uso di calzature adeguate e la cura costante della pelle.
  • Macroangiopatia diabetica: riguarda i danni ai grandi vasi sanguigni, che possono causare malattie cardiovascolari come infarto e ictus. Questa complicanza è particolarmente pericolosa poiché spesso si sviluppa senza sintomi fino a quando non si verifica un evento acuto. La prevenzione si basa sul controllo dei fattori di rischio, come glicemia alta, ipertensione, dislipidemia e fumo e sull’adozione di uno stile di vita. 

Diagnosi

La diagnosi di diabete viene effettuata in presenza di:

  • riscontro di 2 valori di glicemia a digiuno superiori a 126 mg/dL;
  • un riscontro di glicemia alla seconda ora dopo un carico orale di glucosio uguale o superiore a 200 mg/dl;
  • riscontro di glicemia in un momento qualsiasi della giornata in presenza di disturbi tipici della malattia uguale o superiore a 200 mg/dl (basta una sola circostanza);

In alternativa il diabete può essere diagnosticato se il valore dell’emoglobina glicata risulta superiore a 6.5% e viene riconfermato in un prelievo successivo.

Esistono anche condizioni cliniche in cui i livelli di glicemia non raggiungono i valori definiti per il diabete, ma non sono comunque normali. In queste situazioni si parla di:

  • Alterata Glicemia a Digiuno: quando i livelli di glicemia a digiuno si trovano tra 100 e 125 mg/dl;
  • Alterata Tolleranza al Glucosio: quando la glicemia, due ore dopo l’assunzione di glucosio, si attesta tra 140 e 200 mg/dl;

Queste condizioni, conosciute come pre-diabete, o intolleranza glucidica, indicano un alto rischio di sviluppare il diabete vero e proprio, anche se non costituiscono una malattia in sé. Spesso, ma non sempre, sono associate a sovrappeso, dislipidemia (alterazioni dei lipidi nel sangue) e/o ipertensione e comportano un rischio aumentato di eventi cardiovascolari.

Una diagnosi precoce è fondamentale per prevenire o ritardare le complicanze associate alla patologia. Per questo motivo risulta importante sottoporsi a controlli regolari, specialmente in presenza di fattori di rischio.

 Valori NormaliPre-diabeteDiabete
Glicemia Basale a Digiuno (mg/dL [mmol/L])< 100 [< 5,6]100 –125 [5,6 – 6,9]≥ 126 [ ≥7,0 ]
Test di tolleranza orale al glucosio (mg/dL [mmol/L])< 140 [< 7,8]140 – 199 [7,8 – 11,0]≥ 200 [ ≥11,0 ]
Emoglobina Glicata (%)< 5,75,7 – 6,4≥ 6,5
Glicemia causale  (mg/dL [mmol/L])< 200 [< 11,1]< 200 [< 11,1] in paziente con sintomi
Valori di riferimento della glicemia

Diabete in gravidanza

Questa forma di diabete, definito diabete gestazionale, si sviluppa durante la gravidanza e solitamente scompare dopo il parto. Tuttavia, le donne che lo sviluppano hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 in seguito. Gli ormoni della gravidanza interferiscono con l’azione dell’insulina, e le donne in sovrappeso o con una storia familiare di diabete sono particolarmente a vulnerabili.

Cure

Il trattamento del diabete si basa su una combinazione di cambiamenti nello stile di vita, monitoraggio della glicemia e, se necessario, terapia farmacologica.

Monitoraggio (visite ed esami periodici)

Il monitoraggio regolare della glicemia è essenziale per mantenere i livelli di glucosio sotto controllo e prevenire le complicanze associate alla patologia. Per questo motivo, i pazienti dovrebbero sottoporsi a visite mediche ed esami periodici, che includono:

  • Misurazione della glicemia a digiuno
  • Test dell’emoglobina glicata (HbA1c)
  • Controllo della pressione arteriosa
  • Esami del sangue per valutare i livelli di colesterolo e trigliceridi
  • Esame della vista per monitorare la presenza di retinopatia
  • Esami delle urine per rilevare la presenza di proteine e valutare la funzione renale

In questo modo, il medico ha la possibilità di poter intervenire tempestivamente nella prevenzione del diabete e delle complicanze ad esse

Prevenire il diabete

Nonostante le numerose ricerche, al momento non c’è alcuna dimostrazione che il diabete tipo 1 può essere prevenuto con un particolare stile di vita o con farmaci. La prevenzione del diabete di tipo 2, invece, si basa principalmente sull’adozione di uno stile di vita sano che includa una specifica dieta per i diabetici ed esercizio fisico regolare.

La prevenzione del diabete tipo 2 con l’alimentazione

Un’alimentazione strutturata ed equilibrata è uno dei pilastri fondamentali per la prevenzione e il trattamento del diabete di tipo 2. La dieta mediterranea è la dieta più indicata dalle linee guida nazionali e internazionali come l’intervento dietetico più efficace per la prevenzione ed il trattamento del diabete di tipo 2. Al contrario, nel trattamento a lungo termine della patologia vengono sconsigliate le diete a basso contenuto di carboidrati o chetogeniche, in quanto gli effetti a medio e lungo termine sul compenso glicemico risultano peggiori.

La prevenzione del diabete tipo 2 con l’attività fisica

L’attività fisica regolare è un altro pilastro fondamentale nella prevenzione del diabete di tipo 2. L’esercizio fisico migliora la sensibilità all’insulina, aiuta a controllare il peso corporeo e riduce il rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari. Nelle ultime linee guida non vengono indicate delle soglie minime di movimento da praticare ma si raccomanda di svolgere regolarmente più attività fisica possibile. Si suggerisce soprattutto attività combinata sia di tipo aerobico che di resistenza.

Probabilità di diabete tipo 1 nei familiari di persone con diabete tipo 1

Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 è maggiore nei familiari di persone affette da questa malattia. Tuttavia, poiché il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune, non esistono attualmente strategie di prevenzione efficaci. La ricerca è in corso per identificare potenziali interventi preventivi, ma al momento l’attenzione è rivolta principalmente alla diagnosi precoce e alla gestione ottimale della malattia.

Il diabete, in tutte le sue forme, rappresenta una sfida crescente per la salute pubblica a livello globale. La sua complessità richiede una conoscenza approfondita non solo dei sintomi e delle cause, ma anche delle complicanze e delle strategie di prevenzione, ma può essere gestito efficacemente con un approccio consapevole, informato e proattivo. Adottare uno stile di vita sano, monitorare regolarmente la glicemia e seguire le indicazioni mediche sono fondamentali per prevenire complicanze e migliorare la qualità della vita.

FONTI:

  1. Tesauro, M., & Mazzotta, F. A. (2020). Pathophysiology of diabetes. In G. Orlando, L. Piemonti, C. Ricordi, R. J. Stratta, & R. W. G. Gruessner (Eds.), Transplantation, Bioengineering, and Regeneration of the Endocrine Pancreas (pp. 37–47). https://doi.org/10.1016/B978-0-12-814833-4.00003-4
  2. American Diabetes Association. (2024). Standards of Care in Diabetes—2024. Diabetes Care, 47 (Suppl 1), S1–S322. https://diabetesjournals.org/care/issue/47/Supplement_1
  3. Istituto Superiore di Sanità, ISS. Diabete. EpiCentro. https://www.epicentro.iss.it/diabete/
  4. World Health Organization, WHO. Diabetes. https://www.who.int/health-topics/diabetes
  5. Associazione Medici Diabetologi, AMD https://www.aemmedi.it/
  6. Società Italiana di Diabetologia, SID https://www.siditalia.it/