La fibromialgia è una condizione complessa e cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento e una serie di altri sintomi, come disturbi del sonno e difficoltà cognitive che richiede una gestione multidisciplinare per migliorare la qualità della vita del paziente. La sua origine attualmente non è completamente compresa, ma le ricerche hanno identificato diversi fattori che possono contribuire allo sviluppo della malattia. Sebbene non esista una cura definitiva, una combinazione di trattamenti farmacologici, terapeutici e comportamentali può aiutare a controllare i sintomi e migliorare la funzionalità.
Cos’è la fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome che provoca dolore cronico muscoloscheletrico diffuso, che può coinvolgere i muscoli, i legamenti e i tendini in tutto il corpo. È associata anche a sintomi come affaticamento, disturbi del sonno, problemi cognitivi (spesso descritti come “nebbia cerebrale”) e sensibilità aumentata a stimoli esterni, come suoni, luce e tocco. Sebbene la fibromialgia sia stata riconosciuta come una condizione medica, la sua causa esatta rimane sconosciuta.
Le persone affette da fibromialgia spesso descrivono il dolore come costante e debilitante, con episodi di intensificazione e miglioramento. Si stima (Clauw DJ 2014) che, a secondo dei criteri diagnostici utilizzati, la prevalenza della fibromialgia a livello internazionale sia compresa tra il 2 e l’8 % e sia più alta nelle donne rispetto agli uomini.
Cause della fibromialgia
Le cause della fibromialgia non sono ancora ben note e per questo motivo continuano a essere al centro di numerose indagini. I risultati delle ricerche suggeriscono che questa patologia possa derivare da anomalie nel modo in cui il sistema nervoso centrale elabora e risponde al dolore. Nella maggior parte dei casi, i pazienti diventano ipersensibili al dolore.
Fattori di rischio
Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare la fibromialgia. Tra i più comuni, si trovano:
- Genetica: alcuni geni possono rendere le persone più suscettibili alla fibromialgia, anche se non sono sufficienti da soli a causare la malattia.
- Età e sesso: la fibromialgia è più comune nelle donne, in particolare tra i 30 e i 60 anni. Sebbene la condizione possa colpire anche gli uomini e i bambini, la sua prevalenza è significativamente maggiore nelle donne.
- Traumi fisici e stress: eventi traumatici, come incidenti o maltrattamenti, e lo stress prolungato, possono scatenare o aggravare la fibromialgia. Gli individui che hanno vissuto esperienze traumatiche durante l’infanzia o che hanno subito un grave infortunio fisico sono più propensi a sviluppare la condizione.
- Infezioni: alcuni casi di fibromialgia sono stati associati a infezioni virali o batteriche. Questi agenti patogeni possono alterare il sistema immunitario e contribuire all’insorgenza dei sintomi.
- Disturbi del sonno: la fibromialgia è spesso accompagnata da disturbi del sonno, come l’insonnia. La scarsa qualità del sonno può aggravare i sintomi e può anche essere un fattore di rischio.
Prevenzione
Poiché le cause esatte della fibromialgia non sono completamente comprese, non esistono misure di prevenzione definitive. Tuttavia, alcuni comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare la condizione o aiutare a gestirla meglio:
- Gestione dello stress: tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga e la terapia cognitivo-comportamentale possono ridurre l’impatto dello stress sul corpo e sul sistema nervoso.
- Esercizio fisico regolare: mantenere una routine di esercizi fisici regolari, come camminare, nuotare o fare stretching, può migliorare la mobilità, ridurre il dolore e migliorare la qualità del sonno.
- Sonno di qualità: è fondamentale cercare di migliorare la qualità del sonno, evitando l’uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di dormire e creando un ambiente di sonno confortevole.
Sintomi della fibromialgia
I sintomi della fibromialgia variano da persona a persona, ma i principali includono:
- Dolore diffuso: il dolore muscoloscheletrico cronico è il sintomo principale della fibromialgia. Il dolore è solitamente presente in entrambe le metà del corpo e può essere descritto come un dolore sordo e persistente.
- Affaticamento: le persone con fibromialgia spesso si sentono costantemente stanche, anche dopo aver dormito. L’affaticamento può interferire con le normali attività quotidiane.
- Problemi cognitivi: la “nebbia cerebrale” è una descrizione comune di difficoltà di concentrazione e memoria, che sono comuni tra le persone con fibromialgia.
- Disturbi del sonno: le persone con fibromialgia hanno spesso difficoltà a dormire o a mantenere un sonno ristoratore, a causa di dolori notturni e di un’alterata fase REM.
- Iperalgesia e sensibilità: la fibromialgia è associata a una maggiore sensibilità al dolore ma le persone possono anche sviluppare ipersensibilità alla luce, ai suoni o al tocco.
Diagnosi
La diagnosi di fibromialgia è principalmente clinica, basata su sintomi riportati dal paziente e sull’esclusione di altre condizioni. Non esistono test di laboratorio specifici per la fibromialgia, ma i medici possono eseguire esami per escludere altre malattie con sintomi simili. La diagnosi viene generalmente effettuata se il paziente ha dolore diffuso per almeno tre mesi, in assenza di una causa identificabile.
L’American College of Rheumatology (ACR) a partire dal 1990 aveva proposto e sviluppato dei criteri diagnostici che si concentrano sul dolore muscoloscheletrico diffuso e sulla presenza di punti dolorosi specifici che sono stati tradizionalmente utilizzati per diagnosticare la fibromialgia. Successivamente questi criteri sono stati oggetto di revisione ma la loro rilevanza diagnostica è oggi messa in discussione. Gli attuali criteri diagnostici non tengono sufficientemente conto dei fattori psicologici, ambientali e socioculturali, nonostante svolgano un ruolo importante nell’insorgenza, nel mantenimento, nella diagnosi e nel trattamento della patologia. Esiste anche un tasso considerevolmente elevato di diagnosi errate tra la popolazione generale.
Cure e trattamenti per la fibromialgia
Attualmente non esiste una cura definitiva per la fibromialgia, ma i trattamenti mirano a migliorare la qualità della vita, gestire il dolore e ridurre i sintomi. Le opzioni terapeutiche includono:
- Uso di farmaci: possono essere utili per trattare il dolore, alleviare la depressione che spesso accompagna la fibromialgia e migliorare la qualità del sonno.
- Perdita di peso e dieta equilibrata: seguire un piano alimentare bilanciato e personalizzato può essere un importante approccio terapeutico da integrare nel trattamento della patologia.
- Terapie fisiche e comportamentali: l’esercizio regolare, come camminare, nuotare o praticare yoga, aiuta a ridurre il dolore muscolare e favorisce un sonno migliore. La terapia cognitivo-comportamentale, invece, contribuisce a gestire lo stress e i disturbi dell’umore, riducendo così l’impatto psicologico della malattia.
- Trattamenti complementari: pratiche come l’agopuntura e la massoterapia sono spesso ritenute utili da alcune persone con fibromialgia per alleviare il dolore. Inoltre, tecniche di rilassamento, come meditazione, rilassamento muscolare progressivo e yoga, possono aiutare a ridurre lo stress e il dolore.
FONTI:
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- Clauw, D. J. (2014). Fibromyalgia: A clinical review. JAMA, 311(15), 1547-1555. https://doi.org/10.1001/jama.2014.3266
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- Pagliai, G. et al. (2020). Nutritional interventions in the management of fibromyalgia syndrome. Nutrients, 12(9), 2525. https://doi.org/10.3390/nu12092525
Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.