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Malassorbimento: cos’è e come riconoscerlo

Con malassorbimento intendiamo un disturbo che impedisce all’organismo di assorbire del tutto o in parte i nutrienti.

Malassorbimento

Il malassorbimento intestinale è un disturbo che non consente all’organismo di assorbire in maniera efficace i nutrienti che provengono dall’alimentazione. 

Cosa intendiamo per malassorbimento

Con malassorbimento intendiamo un disturbo digerente che impedisce all’organismo di assorbire – del tutto, o in parte – i nutrienti che assumiamo tramite l’alimentazione. 

Viene anche chiamato sindrome da malassorbimento. Soprattutto se prolungata o non trattata adeguatamente, può causare malnutrizione e complicazioni potenzialmente gravi a seconda delle cause che l’hanno scatenata.

Come vengono assorbiti i nutrienti?

Per comprendere come funzioni il malassorbimento occorre, anzitutto, comprendere come funziona la digestione. Quest’ultima infatti si compone di diverse fasi:

  • Il cibo viene inserito in bocca e, tramite la masticazione, viene sminuzzato in pezzi che possono essere digeriti più agevolmente. Alcuni enzimi presenti nella saliva iniziano a trattare alcuni nutrienti. Poi, tramite la deglutizione il cibo sminuzzato e “impastato” (il cosiddetto bolo) scende attraverso l’esofago e arriva nello stomaco;
  • Una volta arrivato nello stomaco, il bolo si mescola con i succhi gastrici, contenenti anch’essi enzimi che scindono i nutrienti, e acidi che neutralizzano eventuali batteri. La digestione può durare diverso tempo, a seconda degli alimenti e della quantità. In genere, dura da un’ora a cinque – sei ore;
  • Il bolo digerito passa quindi nell’intestino tenue. Nel primo tratto di quest’ultimo, chiamato duodeno, si mescola alla bile e ai succhi pancreatici. Le sostanze nutritive vengono quindi assorbite tramite i villi intestinali.
    Nell’intestino crasso, invece, la flora batterica scompone quello che rimane, formando le feci che vengono poi espulse.

Quando vi è malassorbimento, le sostanze nutritive non vengono assorbite, ma vengono aggiunte agli “scarti” che poi vengono espulsi tramite le feci.

Tipi di malassorbimento

Possiamo dividere in due macrotipologie di malassorbimento:

  • Malassorbimento globale. Interessa tutti, o gran parte dei nutrienti, senza che vi siano particolari distinzioni;
  • Malassorbimento parziale. Viene anche chiamato malassorbimento isolato, e riguarda solo alcuni nutrienti.

Sintomi del malassorbimento

I più comuni sintomi del malassorbimento sono complicati da ricondurre immediatamente a questo disturbo, poiché tendono ad essere comuni a diversi altri disturbi e malattie.
Sono dovuti soprattutto alle carenze nutrizionali causate dal disturbo.

La sintomatologia più comune comprende:

  • Diarrea cronica;
  • Feci maleodoranti e feci galleggianti, la cosiddetta steatorrea. Si presenta solitamente con un colore chiaro, e un aspetto grasso e oleoso;
  • Perdita di peso apparentemente ingiustificata;
  • Meteorismo e gonfiore;
  • Crampi e dolori addominali;
  • Irritazione anale, causata soprattutto dalla diarrea;
  • Sensazione di malessere persistente;
  • Alitosi.

In generale, tuttavia, i sintomi del malassorbimento intestinale possono differire anche a seconda dei nutrienti che non vengono assorbiti, e dalla gravità generale della condizione.
Tra questi, ricordiamo:

  • Comparsa di dermatiti;
  • Tremori;
  • Anemia;
  • Battito cardiaco irregolare;
  • Cecità notturna, solitamente causata da carenza di vitamina A;
  • Sanguinamento anomalo delle gengive, solitamente dovuto a carenza di vitamina K;
  • Debolezza di unghie e capelli, solitamente dovuto a carenza di vitamina H.

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Diagnosi

Come abbiamo accennato, non è sempre facile riconoscere tempestivamente le difficoltà nell’assorbire i nutrienti, poiché la sintomatologia è comune a molti altri disturbi. Tuttavia vi sono degli esami e delle procedure che aiutano a riconoscere la sindrome:

  • Esami del sangue per malassorbimento intestinale, i quali, solitamente, vengono effettuati per rilevare alcune carenze, alterazioni enzimatiche, anemia, oppure presenza di alcuni anticorpi che potrebbero essere spia della presenza di infezioni o malattie;
  • Esami delle feci. Solitamente vengono effettuati per valutare il corretto funzionamento del pancreas e individuare eventuali microrganismi responsabili del mancato assorbimento dei nutrienti.

Ulteriori esami possono essere prescritti per confermare la diagnosi ed eventuali malattie che stanno causando la sindrome. Tra questi, i più utilizzati sono:

  • Il test del respiro, o breath test, spesso utilizzato per confermare la diagnosi di intolleranza al lattosio;
  • Biopsia, per valutare lo stato di salute della mucosa intestinale;
  • Ecografie, tomografie computerizzate o radiografie.

Cause del malassorbimento

Le cause alla base della sindrome da malassorbimento sono potenzialmente molto diverse tra loro. 

Alcune cause comuni comprendono:

  • Malattie, croniche o meno, che interessano il tratto gastrointestinale. La celiachia ad esempio è una causa comune di non assorbimento corretto dei nutrienti, così come il morbo di Crohn. Vi sono poi malattie infiammatorie dell’intestino, oppure mancanze o malfunzionamenti degli enzimi presenti nella mucosa intestinale;
  • Malattie o disturbi del pancreas;
  • Malattie endocrine, come ad esempio il diabete;
  • Tumori;
  • Infezioni, parassitarie, batteriche o virali. È un caso, ad esempio della cosiddetta diarrea del viaggiatore;
  • Intolleranze, come l’intolleranza al lattosio (Bouchoucha et al., 2020);
  • Disbiosi intestinale;
  • AIDS e HIV.

Anche alcune complicazioni a seguito di operazioni chirurgiche possono causare sindrome da malassorbimento.
È il caso, ad esempio, della cosiddetta sindrome dell’intestino corto, a seguito di una resezione (riduzione) importante dell’intestino tenue (Massironi et al., 2019). 

Fattori di rischio

Considerata la molteplicità di cause che può portare a malassorbimento, prevenirlo risulta difficile. Tuttavia vi sono alcuni fattori di rischio, tra cui:

  • Abuso di alcolici e superalcolici;
  • Uso prolungato e, nella maggior parte dei casi, non controllato da esperti di antibiotici o lassativi.

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Cura e trattamento

Per curare il malassorbimento occorre, da un lato, gestire i sintomi – ad esempio curando la diarrea -, mentre dall’altro è necessario agire alla base delle cause. La gestione delle patologie o dei disturbi che hanno scatenato la sindrome è, ovviamente, diversa causa per causa.

Tra questi, i trattamenti più comuni sono:

  • Modifiche al piano alimentare, soprattutto in caso di intolleranze o disturbi come la celiachia. In questi casi è necessario agire “alla base”, riducendo drasticamente o eliminando dall’alimentazione i cibi che scatenano i disturbi. In questi casi è consigliabile affidarsi ad un biologo nutrizionista che possa proporre delle modifiche alla dieta e un piano alimentare ugualmente bilanciato;
  • Integrazione dei nutrienti, tramite integratori appositi, soprattutto qualora la sindrome abbia causato carenze gravi;
  • Somministrazione di enzimi;
  • Somministrazione di probiotici o antibiotici.

Fonti:

  • Clark, R., & Johnson, R. (2018). Malabsorption syndromes. Nursing Clinics of North America, 53(3), 361–374. https://doi.org/10.1016/j.cnur.2018.05.001
  • Montoro-Huguet, M. A., Belloc, B., & Domínguez-Cajal, M. (2021). Small and large intestine (I): malabsorption of nutrients. Nutrients, 13(4), 1254. https://doi.org/10.3390/nu13041254
  • Schiller, L. R. (2020). Maldigestion versus malabsorption in the elderly. Current Gastroenterology Reports, 22(7). https://doi.org/10.1007/s11894-020-00771-5
  • Medernach, N. J., & Middleton, J. P. (2022). Malabsorption syndromes and food intolerance. Clinics in Perinatology, 49(2), 537–555. https://doi.org/10.1016/j.clp.2022.02.015
  • Ugidos-Rodríguez, S., Matallana-González, M. C., & Sánchez-Mata, M. C. (2018). Lactose malabsorption and intolerance: a review. Food & Function, 9(8), 4056–4068. https://doi.org/10.1039/c8fo00555a 
  • Massironi, S., Cavalcoli, F., Rausa, E., Invernizzi, P., Braga, M., & Vecchi, M. (2019). Understanding short bowel syndrome: Current status and future perspectives. Digestive and Liver Disease, 52(3), 253–261. https://doi.org/10.1016/j.dld.2019.11.013
  • Bouchoucha, M., Fysekidis, M., Rompteaux, P., Raynaud, J., Sabate, J., & Benamouzig, R. (2020). Lactose sensitivity and lactose malabsorption: the 2 faces of lactose intolerance. Journal of Neurogastroenterology and Motility, 27(2), 257–264. https://doi.org/10.5056/jnm20094