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Steatosi epatica non alcolica: si guarisce?

La steatosi epatica non alcolica è una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, spesso correlata a sovrappeso, alimentazione scorretta e insulino-resistenza. Se non trattata, può evolvere in steatoepatite non alcolica e aumentare il rischio di cirrosi epatica. Fortunatamente, è possibile guarire adottando una dieta bilanciata e praticando attività fisica regolare. Il tempo di recupero varia da alcune settimane a mesi, a seconda della gravità della condizione.

La steatosi epatica non alcolica è una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, spesso correlata a sovrappeso, alimentazione scorretta e insulino-resistenza. Se non trattata, può evolvere in steatoepatite non alcolica e aumentare il rischio di cirrosi epatica.

Fortunatamente, è possibile guarire adottando una dieta bilanciata e praticando attività fisica regolare. Il tempo di recupero varia da alcune settimane a mesi, a seconda della gravità della condizione.

Cos’è la steatosi epatica non alcolica?

La steatosi epatica non alcolica è una forma di steatosi epatica non legata all’abuso di alcol. Viene anche chiamata fegato grasso, ed è una condizione caratterizzata dall’accumulo di grassi all’interno delle cellule del fegato. Più precisamente, si parla di steatosi quando i grassi rappresentano oltre il 5% del peso del fegato.

In media, tende a comparire verso la mezza età, e in particolare tra i 40 e i 60 anni. Tuttavia, sebbene meno di frequenti, anche i giovani e perfino i bambini possono svilupparla.

Si tratta di una condizione particolarmente insidiosa, poiché spesso asintomatica. Se non trattata adeguatamente può divenire steatoepatite non alcolica e aumentare il rischio di sviluppare la cirrosi epatica.

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Le cause

Le cause che comportano lo sviluppo di steatosi epatica non alcolica non sono ancora state del tutto chiarite. Tuttavia si stima possa essere dovuta a diversi fattori, e in particolare:

  • Diete inadeguate, solitamente ad alto contenuto di grassi;
  • Livelli eccessivi e prolungati di colesterolo e trigliceridi nel sangue;
  • Insulino-resistenza e diabete di tipo II;
  • Alcuni squilibri a livello ormonale.

Di conseguenza, le persone sovrappeso o con obesità risulterebbero più a rischio. Si ipotizza che anche l’uso (e abuso) di alcuni tipi di farmaci possa, potenzialmente, contribuire allo sviluppo della malattia.

Vale la pena inoltre tenere presente che si stima la steatosi epatica possa potenzialmente essere associata ad epatite C, accelerandone lo sviluppo e aggravandone i sintomi.

I sintomi della steatosi epatica non alcolica

Purtroppo la steatosi epatica non alcolica può risultare asintomatica a lungo. Tuttavia alcuni sintomi sono aspecifici, e in particolare è possibile assistere a:

  • Affaticamento e debolezza persistenti;
  • Perdita di peso apparentemente ingiustificata;
  • Dolori o crampi addominali;
  • Malessere e/o nausea;
  • Ittero, come avviene nell’epatite.

Può capitare che questi sintomi vengano confusi con i sintomi dell’epatite A, dell’epatite B o dell’epatite C.

Se non trattata adeguatamente può aggravarsi, e causare altresì:

  • Ipertensione portale, ovvero un aumento della pressione nei vasi sanguigni del fegato;
  • Insufficienza epatica;
  • Varici esofagee, ovvero dilatazioni dei vasi sanguigni nell’esofago, che possono rompersi e provocare emorragie interne;
  • Ascite, ossia l’accumulo di liquidi nell’addome, con il rischio di sviluppare infezioni potenzialmente molto gravi;
  • Encefalopatia epatica, un’alterazione delle funzioni cerebrali dovuta all’accumulo di tossine nel sangue.
steatosi epatica non alcolica

La diagnosi

La steatosi epatica non alcolica è diagnosticabile tramite alcuni esami, e in particolare:

  • Analisi del sangue, in particolare per rilevare alcune anomalie del fegato. Si tratta solitamente di un primo passaggio, per poi effettuare alcuni esami più specifici;
  • Ecografia addominale. Un sintomo che solitamente porta a diagnosi è quello che viene comunemente chiamato fegato brillante. Dall’ecografia, infatti, il “fegato grasso” si distingue per via di una luminosità anomala;
  • TAC o risonanza magnetica;
  • Biopsia del fegato.

La prognosi

La prognosi della steatosi epatica non alcolica dipende dalla gravità e dall’insorgere di complicanze. Per questo, soprattutto se si adottano abitudini errate o si è soggetti a rischio è essenziale sottoporsi ad esami periodici per valutare la funzionalità del fegato.

Tuttavia, ricordiamo che è possibile guarire da questa malattia.

Quanto si vive con la steatosi epatica?

Se adeguatamente trattata l’aspettativa di vita di una persona con steatosi epatica non alcolica è la medesima di una persona non affetta dalla malattia.

Cura e trattamento

Ad oggi non esiste una cura specifica per la steatosi epatica non alcolica, e gli eventuali farmaci possono variare a seconda del soggetto. Il trattamento di questa malattia si basa sostanzialmente su cambiamenti importanti nella dieta e nello stile di vita, abbandonando le abitudini errate e potenzialmente a rischio. 

In particolare risulta essenziale adottare una dieta bilanciata a basso contenuto di grassi saturi, stilata da un professionista della nutrizione. In questo senso, Serenis può aiutare con il suo servizio di consulenza nutrizionale.

In aggiunta, può aiutare molto anche effettuare attività fisica in maniera moderata ma costante e adeguatamente rispetto all’età e allo stato di salute del paziente, in modo da favorire la perdita di peso.

Si guarisce dalla steatosi epatica non alcolica?

Sì, è possibile guarire dalla steatosi epatica non alcolica. È tuttavia fondamentale adottare dei cambiamenti nella propria dieta e nello stile di vita, adottando una dieta per il fegato grasso che sia sana e bilanciata, con l’aiuto di un professionista della nutrizione.

Quanto tempo ci vuole per guarire il fegato grasso?

In media, per guarire dalla steatosi epatica non alcolica possono essere necessarie alcune settimane o qualche mese. Non è possibile dare una risposta univoca, poiché dipende dallo stadio della malattia e dalla presenza di eventuali complicazioni. 

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Fonti:

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  • Sheka, A. C., Adeyi, O., Thompson, J., Hameed, B., Crawford, P. A., & Ikramuddin, S. (2020). Nonalcoholic Steatohepatitis. JAMA, 323(12), 1175. https://doi.org/10.1001/jama.2020.2298
  • Hu, D., Wang, H., Wang, H., Wang, Y., Wan, X., Yan, W., Luo, X., & Ning, Q. (2018). Non-alcoholic hepatic steatosis attenuates hepatitis B virus replication in an HBV-immunocompetent mouse model. Hepatology International, 12(5), 438–446. https://doi.org/10.1007/s12072-018-9877-7