Riso rosso fermentato: proprietà e quando assumerlo

Il riso rosso fermentato è un prodotto naturale usato soprattutto come integratore per abbassare il colesterolo.

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riso rosso

Il riso rosso fermentato è un prodotto di origine cinese, che contiene composti potenzialmente capaci di aiutare a ridurre il colesterolo. Viene spesso proposto sotto forma di integratore, ma la sua efficacia e la sicurezza del suo impiego sono ancora discussi.

Cos'è il riso rosso fermentato?

Il riso rosso fermentato è un prodotto ottenuto dalla fermentazione del comune riso bianco ad opera di un lievito, il Monascus purpureus. Si tratta di un microrganismo che durante il processo di fermentazione produce dei pigmenti naturali (che forniscono il colore rosso) e vari composti bioattivi. 
Viene impiegato da secoli nella medicina tradizionale cinese, sia come alimento, sia come possibile rimedio per la salute cardiovascolare, al punto che, ad oggi anche in occidente viene impiegato come integratore alimentare.

A livello chimico, il lievito sintetizza una famiglia di sostanze note come monacoline, tra cui la monacolina K. Questa molecola ha una struttura sostanzialmente identica alla lovastatina, un farmaco usato per abbassare il colesterolo. Agisce inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi, coinvolto nella produzione endogena di colesterolo nel fegato.

Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla quantità di monacolina K presente, che può variare sensibilmente in base al ceppo di lievito e alle condizioni di fermentazione

Gli integratori a base di riso rosso fermentato

Gli integratori a base di riso rosso fermentato sono prodotti proposti per aiutare a mantenere livelli normali di colesterolo nel sangue o, in alcuni casi, per aiutare ad abbassare il colesterolo. Contengono solitamente estratti secchi del riso fermentato, con quantità variabili di monacolina K, ovvero composto attivo che agirebbe in modo simile alle statine farmacologiche.

Secondo le linee guida europee, i benefici sul colesterolo possono essere dichiarati solo per integratori che apportano almeno 10 mg di monacolina K al giorno. 
Tuttavia, studi recenti hanno evidenziato che anche dosi inferiori potrebbero dare effetti indesiderati, e l’EFSA, ovvero l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, non ha individuato un livello di assunzione considerato sicuro.

Detto questo, la composizione degli integratori può variare molto a seconda della marca. Alcuni prodotti indicano solo la quantità di riso rosso fermentato, senza specificare il contenuto di monacolina K, rendendo difficile valutarne l’efficacia reale. 

Per tutte queste ragioni, l’assunzione di integratori a base di riso rosso fermentato dovrebbe essere valutata con attenzione, soprattutto in presenza di patologie epatiche o renali, o in caso di terapie farmacologiche in corso. Il riso rosso fermentato non fa “male” di per sé, ma occorre comunque cautela.

A cosa serve il riso rosso fermentato?

Il riso rosso fermentato viene utilizzato soprattutto per la sua azione ipocolesterolemizzante, cioè per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue
Questa attività è legata alla presenza della già citata monacolina K, una sostanza prodotta durante la fermentazione che agisce riducendo la sintesi di colesterolo nel fegato. In particolare, può contribuire a ridurre il colesterolo totale, il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e i trigliceridi.

Diversi studi avrebbero osservato una riduzione significativa del colesterolo LDL in seguito all’assunzione di prodotti a base di riso rosso fermentato contenenti monacolina K.Tuttavia, questi risultati sono legati alla quantità effettiva di monacolina presente, che può variare in modo rilevante da un prodotto all’altro, nonché all’adozione di eventuali diete per il colesterolo altoabitudini “virtuose”.

riso rosso

Quali sono i benefici del riso rosso fermentato

Il riso rosso fermentato può, potenzialmente, offrire benefici soprattutto a livello cardiovascolare, in particolare nei soggetti con colesterolo alto o a rischio di sviluppare malattie cardiache. 
Oltre alla capacità di ridurre i livelli di colesterolo LDL, il suo consumo sarebbe infatti stato associato a una diminuzione del rischio di ictus e infarto, grazie all’effetto preventivo sulla formazione di placche nei vasi sanguigni.

Comunque, non si tratta di un alimento “miracoloso”, ma i suoi (potenziali) risultati si possono ottenere nell’ambito di uno stile di vita sano e inserendo gli integratori per il colesterolo in una dieta equilibrata.

Riso rosso fermentato e colesterolo

Il riso rosso fermentato viene impiegato come integratore per ridurre i livelli di colesterolo, in particolare grazie alla monacolina K. Quest’ultima è una sostanza che inibisce un enzima coinvolto nella sintesi epatica del colesterolo, il cosiddetto HMG-CoA reduttasi. 
Questo meccanismo è analogo a quello dei farmaci ipocolesterolemizzanti appartenenti alla classe delle statine.

Diversi studi hanno evidenziato una riduzione significativa del colesterolo LDL in seguito all’assunzione di prodotti contenenti monacolina K. A sua volta, l’EFSA ha riconosciuto che l’assunzione di almeno 10 mg al giorno di monacolina K può potenzialmente contribuire al mantenimento dei livelli di colesterolo nel sangue nella norma. 

I rischi e le controindicazioni del riso rosso fermentato

L’assunzione di riso rosso fermentato non è priva di rischi, soprattutto per alcune categorie di persone o in presenza di specifiche condizioni cliniche
L’EFSA ha infatti segnalato che l’utilizzo di integratori contenenti monacoline può comportare delle reazioni avverse anche a bassi dosaggi. Inoltre, l’assunzione di riso rosso fermentato è controindicata:

  • In gravidanza;
  • Durante l’allattamento;
  • In età pediatrica;
  • In caso di patologie epatiche o renali;
  • In presenza di trattamenti farmacologici potenzialmente epatotossici.

Il riso rosso fermentato non dovrebbe, poi, essere assunto insieme ad alcolici o in caso di consumo abituale di alcol, poiché questa combinazione può aumentare il rischio di sviluppare danni al fegato. 
Dunque, l’utilizzo del riso rosso fermentato deve avvenire con cautela e preferibilmente sotto supervisione medica, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio o terapie in corso.

Le possibili reazioni avverse

Il riso rosso fermentato può causare effetti collaterali simili a quelli delle statine. 
In particolare, alcune delle reazioni avverse più frequenti comprendono:

  • Dolori muscolari;
  • Aumento degli enzimi epatici;
  • In casi rari, rabdomiolisi, ovvero una condizione potenzialmente grave che coinvolge la degradazione del tessuto muscolare.

Sono stati segnalati anche disturbi gastrointestinali come:

  • Bruciore di stomaco;
  • Flatulenza;
  • Dolore addominale;
  • Nausea. 

In alcuni casi si possono manifestare cefalea o vertigini.

L’interazione del riso rosso fermentato con altri farmaci può amplificare il rischio di effetti collaterali. L’associazione con antibiotici, antifungini, antivirali o antidepressivi può, inoltre, interferire con il metabolismo del principio attivo e aumentarne la tossicità, così come l’assunzione contemporanea di niacina o di altri integratori può contribuire all’insorgenza di problemi muscolari. 
Riguardo se sia meglio assumere riso rosso fermentato o statine, oppure omega-3, così come per quanto tempo assumerlo, si tratta invece di aspetti da concordare con un medico o un nutrizionista.

Fonti:

  • Mazzanti, G., Moro, P. A., Raschi, E., Cas, R. D., & Menniti‐Ippolito, F. (2017). Adverse reactions to dietary supplements containing red yeast rice: assessment of cases from the Italian surveillance system. British Journal of Clinical Pharmacology, 83(4), 894–908. https://doi.org/10.1111/bcp.13171
  • Zhu, B., Qi, F., Wu, J., Yin, G., Hua, J., Zhang, Q., & Qin, L. (2019). Red Yeast Rice: A Systematic Review of the Traditional Uses, Chemistry, Pharmacology, and Quality Control of an Important Chinese Folk Medicine. Frontiers in Pharmacology, 10, 1449–1449. https://doi.org/10.3389/fphar.2019.01449
  • Cicero, A. F. G., Federica Fogacci, & Banach, M. (2019). Red Yeast Rice for Hypercholesterolemia. Methodist DeBakey Cardiovascular Journal, 15(3), 192–192. https://doi.org/10.14797/mdcj-15-3-192