Bisoprololo: uso clinico, precauzioni e dosaggi
Il bisoprololo è un beta-bloccante selettivo utilizzato per trattare ipertensione, angina e scompenso cardiaco cronico stabile. Riduce la frequenza cardiaca e abbassa la pressione arteriosa.

Il bisoprololo è un beta-bloccante selettivo prescritto per ipertensione, angina pectoris e insufficienza cardiaca cronica stabile. Rallenta la frequenza cardiaca e riduce la pressione arteriosa, contribuendo a migliorare il lavoro del cuore.
Che cos’è il Bisoprololo
Il bisoprololo è un farmaco che fa parte della categoria dei cosiddetti beta-bloccanti selettivi. Si tratta di medicinali che rallentano il battito cardiaco e riducono la forza con cui il cuore si contrae.
Questo comporta un abbassamento della pressione sanguigna e una minore richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco. Dunque, viene prescritto soprattutto a chi soffre di ipertensione arteriosa, angina pectoris e insufficienza cardiaca cronica stabile.
Si tratta di un medicinale che può essere ottenuto solo con ricetta ripetibile.
È inserito in fascia A, il che significa che il Servizio Sanitario Nazionale può rimborsarne interamente o parzialmente il costo, a seconda delle condizioni cliniche.
In commercio si trova in diverse formulazioni e con vari nomi di marca, ma sono disponibili anche versioni equivalenti. In alcuni casi è combinato con altri principi attivi, come l’idroclorotiazide, un diuretico, o con ACE-inibitori come perindopril e ramipril.
Bisoprololo è commercializzato in Italia dall'azienda Towa Pharmaceutical S.p.A..
La terapia richiede sempre controllo medico, soprattutto nelle prime settimane o quando si deve modificare il dosaggio.
Una cosa importante
Le informazioni che trovi in questo articolo hanno uno scopo divulgativo, e non sostituiscono il parere di un medico. Ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, e questo vale anche per gli eventuali effetti collaterali.
Per capire cosa è meglio per te, parla con un medico e leggi bene il foglietto illustrativo.
La classe farmacologica: i beta-bloccanti selettivi
Il bisoprololo appartiene alla classe farmacologica dei beta-bloccanti selettivi per i recettori beta-1.
Questi recettori sono situati principalmente nel cuore e controllano la frequenza cardiaca e la “forza” dei battiti.
Bloccandoli, il farmaco va a ridurre la quantità di sangue pompata ad ogni contrazione e, di conseguenza, contribuisce ad abbassare la pressione.
Rispetto ai cosiddetti beta-bloccanti non selettivi, il bisoprololo ha un vantaggio. Infatti, agisce quasi esclusivamente sul cuore, andando a interferire in maniera minima su bronchi e vasi sanguigni.
La forma farmaceutica e i dosaggi disponibili
Il bisoprololo si assume, in genere, per via orale sotto forma di compresse. È disponibile in diversi dosaggi:
- 1,25 mg;
- 2,5 mg;
- 3,75 mg;
- 5 mg;
- 7,5 mg;
- 10 mg.
Questa “varietà” nei dosaggi permette al medico di personalizzare la terapia in base alla patologia e alla risposta individuale del paziente.
Quali sono le indicazioni terapeutiche del bisoprololo?
Il bisoprololo viene usato soprattutto per trattare tre condizioni:
- L’ipertensione. Aiuta infatti ad abbassare i valori pressori e a diminuire il rischio di ictus e infarto;
- L’angina pectoris. Riduce gli episodi di dolore toracico e aumenta la tolleranza allo sforzo.;
- L’insufficienza cardiaca cronica stabile.
In alcuni casi può essere utilizzato per rallentare la frequenza cardiaca in caso di particolari aritmie, come le cosiddette tachicardie sopraventricolari.
Inoltre, talvolta il bisoprololo viene prescritto per attenuare i sintomi fisici dell’ansia, come palpitazioni e tremori. Tuttavia, occorre tenere a mente che non si tratta di un vero e proprio ansiolitico.
Bisoprololo e ipertensione
Il bisoprololo riduce la pressione arteriosa rallentando il battito cardiaco e, di conseguenza, abbassando la “forza” con cui il cuore pompa il sangue. Inoltre, limita la produzione di renina, ovvero un enzima coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna.
Può essere prescritto da solo o in combinazione con altri farmaci.
Le associazioni più frequenti sono con i diuretici tiazidici o con ACE-inibitori.
Inoltre, occorre tenere a mente che l’effetto non è immediato. Servono infatti alcuni giorni perché si manifesti e alcune settimane perché si stabilizzi.
In presenza di pressione alta è anche utile sapere:
Bisoprololo e scompenso cardiaco cronico
Nello scompenso cardiaco cronico il cuore, di fatto, non pompa sangue a sufficienza. In questi casi il bisoprololo viene introdotto solo quando la condizione è stabile, e sempre insieme ad altri farmaci.
La terapia inizia con dosi molto basse e viene aumentata gradualmente.
Questo metodo consente di ridurre il rischio di effetti collaterali come ipotensione o peggioramento temporaneo dei sintomi.
Le controindicazioni dell’uso di bisoprololo
Il bisoprololo è controindicato in caso di:
- Allergia al principio attivo o agli eccipienti;
- In presenza di alcune condizioni cardiache gravi.
Inoltre, non va prescritto a chi ha bradicardia significativa, ipotensione sintomatica o acidosi metabolica.
Dal punto di vista respiratorio, non deve essere somministrato a chi soffre di asma grave o broncopneumopatia cronica ostruttiva avanzata.
È controindicato anche nei casi di feocromocitoma non trattato e nelle gravi malattie della circolazione periferica.
Inoltre, in gravidanza l’uso del bisoprololo è da evitare salvo casi di assoluta necessità, per via dei possibili rischi per madre e feto.

Le avvertenze e le precauzioni nell’uso del bisoprololo
L’assunzione di bisoprololo richiede cautela in diverse condizioni. In particolare, occorre tenere presente che:
- Nei pazienti con asma può peggiorare i sintomi respiratori, soprattutto a dosaggi elevati;
- In chi soffre di problemi circolatori agli arti può accentuare la sensazione di freddo o dolore, specialmente nelle fasi iniziali;
- Nelle persone con diabete può mascherare i segni di ipoglicemia, come tachicardia e tremori;
- Nei pazienti con ipertiroidismo può attenuare i sintomi della tireotossicosi.
Inoltre, può rendere più difficile la gestione delle allergie, perché riduce l’efficacia dell’adrenalina in caso di reazione anafilattica.
In caso di intervento chirurgico con anestesia generale è necessario avvisare l’anestesista, per il rischio di eventuali interazioni con i farmaci usati.
Inoltre, durante la terapia possono comparire stanchezza o capogiri, che possono influenzare la capacità di guidare o usare macchinari.
Infine, per gli sportivi, l’uso senza che vi sia indicazione terapeutica è considerato doping.
I pazienti asmatici o con BPCO
Le persone con asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva possono avere problemi con il bisoprololo.
Anche se è selettivo per i recettori cardiaci, infatti, a dosaggi elevati può coinvolgere i recettori bronchiali, causando broncospasmo e difficoltà respiratorie.
Per ridurre i rischi è fondamentale iniziare con dosi basse, monitorare i sintomi e, se necessario e sotto consiglio medico, affiancare una terapia con broncodilatatori.
In caso di peggioramento respiratorio può essere necessario ridurre la dose o sospendere il farmaco.
Il diabete e il mascheramento dell’ipoglicemia
Nei pazienti diabetici il bisoprololo può nascondere i segnali che di solito avvertono di un calo della glicemia, come palpitazioni e tremori.
Il rischio riguarda in particolare chi è in trattamento con insulina o farmaci ipoglicemizzanti orali. In situazioni di digiuno stretto o regimi alimentari molto restrittivi, l’effetto di mascheramento diventa ancora più rilevante.
È quindi consigliato un monitoraggio regolare della glicemia.
Le interazioni farmacologiche
Il bisoprololo può interagire con diversi farmaci. In particolare:
- La combinazione con calcio-antagonisti come verapamil e diltiazem può causare gravi cali di pressione e bradicardia;
- Gli antiaritmici di classe I e i farmaci antipertensivi centrali possono potenziare gli effetti sul cuore, con rischio di blocchi e ipotensione;
- Con i glicosidi digitalici aumenta la probabilità di bradicardia e blocchi atrioventricolari;
- I FANS possono ridurne l’efficacia antipertensiva.
Anche antidepressivi, antipsicotici, anestetici e antidiabetici richiedono prudenza, così come i simpaticomimetici (adrenalina e noradrenalina), che possono causare vasocostrizione e rialzi pressori.
In generale, comunque, è buona norma allertare il medico qualora si utilizzino altri farmaci.
Il dosaggio e le modalità d’uso
Il bisoprololo si prende una volta al giorno, al mattino, indifferentemente a stomaco pieno o vuoto. Le compresse vanno ingerite intere.
La posologia dipende dalla malattia da trattare.
Nell’ipertensione e nell’angina pectoris di solito si parte da 5 mg al giorno, aumentando gradualmente fino a un massimo di 20 mg. Nello scompenso cardiaco cronico si inizia solitamente da 1,25 mg e si aumenta progressivamente fino a un massimo di 10 mg al giorno.
L’assunzione di bisoprololo deve essere regolare. Infatti, sospendere improvvisamente la terapia o variare la dose senza indicazioni mediche può causare peggioramenti improvvisi, come crisi ipertensive, riacutizzazione dell’angina o scompenso.
La titolazione progressiva
Nello scompenso cardiaco cronico stabile il bisoprololo viene introdotto con titolazione progressiva, cioè con aumenti graduali.
Lo schema abituale prevede 1,25 mg per una settimana, 2,5 mg per la successiva, 3,75 mg per un’altra, poi 5 mg per quattro settimane, 7,5 mg per altre quattro e infine 10 mg come dose di mantenimento.
Il medico può, comunque, modificare i tempi in base alla tolleranza del paziente.
Cosa fare in caso di dimenticanza?
Se una dose di bisoprololo viene dimenticata non bisogna raddoppiare la successiva, ma si deve semplicemente riprendere lo schema normale all’orario previsto.
Gli effetti indesiderati comuni e gravi
Il bisoprololo può dare effetti indesiderati, che risultano essere frequenti all’inizio della terapia o dopo eventuali cambi di dosaggio.
Gli effetti collaterali più comuni comprendono:
- Bradicardia;
- Stanchezza;
- Debolezza;
- Capogiri;
- Mal di testa;
- Nausea;
- Vomito;
- Diarrea o stitichezza;
- Sensazione di mani e piedi freddi.
Meno frequentemente possono comparire:
- Disturbi del sonno (anche incubi);
- Depressione;
- Ipotensione ortostatica;
- Problemi respiratori in chi ha asma o BPCO;
- Crampi e debolezza muscolare.
Più raramente si osservano:
- Aritmie;
- Epatite;
- Alterazioni nei risultati degli esami del sangue;
- Reazioni cutanee;
- Riduzione della libido.
Nei casi molto rari sono descritti:
- Perdita di capelli;
- Congiuntivite;
- Peggioramento della psoriasi.
Se compaiono sintomi gravi come difficoltà respiratorie marcate, svenimenti o reazioni allergiche importanti, è necessario contattare subito un medico.
Il sovradosaggio: sintomi e gestione
Un sovradosaggio di bisoprololo può causare un rallentamento eccessivo del cuore, ipotensione, capogiri intensi, broncospasmo, insufficienza cardiaca acuta e ipoglicemia.
La gestione è in genere ospedaliera e consiste nell’interruzione immediata del farmaco e in trattamenti di supporto. Qualora si assuma il farmaco in eccesso, occorre contattare tempestivamente il medico o recarsi al pronto soccorso.
La conservazione e lo smaltimento
Il bisoprololo va conservato a una temperatura inferiore ai 25 °C, al riparo da umidità e luce diretta, e fuori dalla portata dei bambini.
Non deve essere usato oltre la data di scadenza.
I medicinali scaduti o inutilizzati non vanno, inoltre, buttati nell’acqua o nei rifiuti domestici. Devono piuttosto essere portati in farmacia, dove vi sono dei contenitori dedicati per lo smaltimento sicuro.
Quanto costa il bisoprololo?
Il prezzo del bisoprololo varia a seconda della confezione.
Si aggira comunque tra i 2 e i 7 euro per confezione.
Fonti:
Bakheit, A. H., Ali, R., Alshahrani, A. D., & El-Azab, A. S. (2021). Bisoprolol: A comprehensive profile. Profiles of Drug Substances, Excipients and Related Methodology, 51–89. https://doi.org/10.1016/bs.podrm.2020.07.006