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Dieta del gruppo sanguigno: cos’è? Funziona?

La dieta del gruppo sanguigno associa alimentazione e gruppo sanguigno. Ma è scientificamente valida? Scopri cosa dice la ricerca

Dieta del gruppo sanguigno

La dieta del gruppo sanguigno è un regime alimentare che ha suscitato curiosità e dibattiti negli ultimi anni. Questo stile alimentare può sembrare affascinante a chi cerca un approccio personalizzato all’alimentazione, ma è fondamentale avvicinarsi ad essa con spirito critico. Sebbene alcune raccomandazioni possano essere utili, come privilegiare cibi freschi e naturali, l’idea che il gruppo sanguigno determini la dieta ideale non è supportata dalla scienza.

Cos’è la dieta del gruppo sanguigno?

La dieta del gruppo sanguigno è un piano alimentare basato sull’idea che ogni gruppo sanguigno (0, A, B, AB) abbia specifiche esigenze nutrizionali. Secondo il suo ideatore, il naturopata Peter J. D’Adamo, gli alimenti reagiscono in modo diverso con i diversi gruppi sanguigni, influenzando digestione, metabolismo e salute generale.

L’assunto di base è che, adattando la propria dieta al gruppo sanguigno, si possano ottenere benefici come una migliore digestione, un aumento dell’energia, una riduzione dell’infiammazione e persino la prevenzione di malattie croniche.

Storia della dieta del gruppo sanguigno

L’idea della dieta del gruppo sanguigno è stata introdotta negli anni ’90 dall’americano Peter J. D’Adamo nel suo libro Eat Right 4 Your Type. Successivamente la teoria è stata ripresa e divulgata anche da altri autori.

Nel testo, il naturopata sostiene la sua teoria basandosi su concetti di evoluzione e antropologia: ogni gruppo sanguigno possiederebbe una sorta di “memoria genetica” legata alle abitudini alimentari predominanti nel periodo storico in cui quel gruppo è comparso, riflettendo ciò che i nostri antenati consumavano in quel contesto evolutivo. Quindi, In base a questa teoria:

  • Gruppo 0: associato ai cacciatori-raccoglitori primitivi, con una dieta ricca di carne e proteine;
  • Gruppo A: legato agli agricoltori, che avrebbero consumato più cereali, verdure e alimenti vegetali;
  • Gruppo B: derivato da popolazioni nomadi, con un’alimentazione varia, ricca di latticini;
  • Gruppo AB: il più recente, una combinazione delle caratteristiche dei gruppi A e B;

Sebbene questa teoria in seguito abbia attirato un vasto pubblico, molti scienziati e nutrizionisti ne hanno successivamente contestato la validità scientifica.

Come si fa la dieta del gruppo sanguigno?

La dieta del gruppo sanguigno propone un piano alimentare specifico per ogni gruppo sanguigno, basato su caratteristiche biologiche e digestive che, secondo la teoria, differiscono tra le persone. Questa teoria suggerisce che ogni gruppo sanguigno abbia una lista di alimenti da preferire, neutri o da evitare per prevenire malattie croniche.

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Diete per i diversi gruppi sanguigni

Secondo questa dieta, ogni gruppo sanguigno dovrebbe seguire raccomandazioni specifiche per ottimizzare il metabolismo, migliorare la digestione e mantenere un equilibrio nutrizionale in linea con le proprie predisposizioni fisiologiche. Vediamo di seguito le caratteristiche di ciascun gruppo.

Gruppo 0

Il gruppo 0 è spesso considerato il più antico dal punto di vista evolutivo, associato agli antichi cacciatori-raccoglitori, con un fisico atletico e una forte inclinazione verso i cibi di origine animale, come la carne. Le persone con questo potrebbero trarre beneficio da diete iperproteiche o chetogeniche, come la Paleodieta. Si consiglia di evitare latticini, legumi, cereali e derivati (pane, pasta, riso, fagioli, ceci). Inoltre, queste persone tendono a essere più predisposte alla celiachia. Proprio come i cacciatori primitivi, dovrebbero praticare attività fisica intensa, ad esempio lavori manuali o sport che richiedono forza e velocità per brevi periodi.

Gruppo A

Il gruppo A si sarebbe sviluppato con l’avvento dell’agricoltura, adattandosi ad una dieta più vegetale e meno ricca di proteine animali. Secondo la teoria, le persone con questo gruppo sanguigno hanno un sistema digestivo più sensibile e trarrebbero beneficio da una dieta vegetariana o quasi priva di carne. Pertanto, a questo gruppo viene consigliata l’assunzione di alimenti vegetali, come ortaggi, frutta, cereali, legumi e pseudocereali, limitando il consumo di carne e latticini e cercando di evitare cibi fritti e altamente processati. Poiché l’agricoltore svolge solitamente un lavoro meno fisico rispetto al cacciatore, si consiglia di affiancare alla dieta un’attività fisica più leggera e rilassante, come lo yoga.

Gruppo B

Il gruppo B è caratteristico delle popolazioni nomadi, che hanno un sistema immunitario molto forte e un sistema digerente generalmente efficiente. Le persone con questo gruppo sanguigno avrebbero un sistema digestivo più versatile, capace di gestire una vasta gamma di alimenti, inclusi i latticini. Per questo motivo la loro è una dieta varia ed equilibrata. Tra gli alimenti da evitare solo quelli ricchi di conservanti e zuccheri semplici.
Poiché i nomadi si spostano frequentemente, attività fisiche leggere che stimolano anche la mente, come il tennis o la camminata, sono le più adatte.

Gruppo AB

Il gruppo AB è il più raro e recente dal punto di vista evolutivo, una combinazione delle caratteristiche dei gruppi A e B. Questo gruppo sembra adattarsi con moderazione ad una dieta mista, evitando di esagerare con i latticini.

Dieta del gruppo sanguigno funziona

La dieta del gruppo sanguigno funziona? È scientificamente fondata?

La dieta del gruppo sanguigno ha suscitato pareri contrastanti tra esperti e studiosi. Da un lato, alcuni seguaci affermano di aver ottenuto benefici personali, come perdita di peso e un miglioramento generale del benessere. Dall’altro, il mondo scientifico non ha riscontrato evidenze solide a supporto delle basi teoriche di questa dieta.

Numerosi studi hanno cercato di verificare l’efficacia della dieta del gruppo sanguigno, ma senza successo nel trovare correlazioni significative tra gruppo sanguigno, alimentazione e salute. Una revisione del 2013 pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition (Cusack et al.) ha concluso che non esistono prove convincenti a favore di questa teoria.

Nel 2014, un altro studio (Wang, J., et al) ha confermato nuovamente questo dato, dimostrando che una dieta ricca di vegetali e povera di grassi era associata a un miglior stato di salute, indipendentemente dal gruppo sanguigno dei partecipanti. Questo dato ha suggerito che i benefici percepiti derivano più da un’alimentazione bilanciata che dalla compatibilità tra cibi e gruppo sanguigno.

Più recentemente, uno studio del 2021 (Barnard, N. D., et al.) ha ulteriormente dimostrato che il gruppo sanguigno non è associato a benefici specifici legati alla scelta di determinati alimenti.

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Adottare una dieta basata esclusivamente sul gruppo sanguigno, inoltre, potrebbe trascurare le differenze individuali, come intolleranze alimentari o preferenze personali, e comportare l’eliminazione di interi gruppi alimentari, con il rischio di carenze nutrizionali.

I miglioramenti riportati da chi segue questa dieta potrebbero, dunque, legati più all’eliminazione di cibi processati e ad un’attenzione maggiore verso scelte alimentari più sane e consapevoli, piuttosto che dalla presunta relazione tra alimentazione e gruppo sanguigno.

Le evidenze scientifiche suggeriscono che adottare un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, e con un contenuto limitato di grassi saturi, rappresenta una strategia valida e universale per promuovere il benessere e prevenire malattie, indipendentemente dal gruppo sanguigno.

FONTI:

  1. Cusack, L.,et al. (2013). Blood type diets lack supporting evidence: A systematic review. American Journal of Clinical Nutrition, 98(1), 99–104. https://doi.org/10.3945/ajcn.113.058693
  2. Wang, J., et al. (2014). ABO genotype, ‘blood-type’ diet and cardiometabolic risk factors. PLoS ONE, 9(1), e84749. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0084749
  3. Wang, J., et al. (2018). ABO genotype does not modify the association between the “blood-type” diet and biomarkers of cardiometabolic disease in overweight adults. Journal of Nutrition, 148(4), 518–525. https://doi.org/10.1093/jn/nxx074
  4. Barnard, N. D., et al. (2021). Blood type is not associated with changes in cardiometabolic outcomes in response to a plant-based dietary intervention. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, 121(6), 1080–1086. https://doi.org/10.1016/j.jand.2020.08.079