La sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara legata ad anomalie del cromosoma 15, caratterizzata da ipotonia, crescita rallentata, iperfagia e difficoltà cognitive e comportamentali.
Sebbene incurabile, un trattamento multidisciplinare mirato può migliorare la qualità e prolungare l’aspettativa di vita.
Cos’è la sindrome di Prader-Willi?
La sindrome di Prader-Willi (PWS) è una malattia genetica rara, causata da un’anomalia del cromosoma 15. La sindrome causa una serie di disturbi intellettivi e comportamentali, nonché anomalie fisiche.
Può colpire sia i maschi, sia le femmine.
I sintomi della sindrome di Prader-Willi
I sintomi della sindrome di Prader-Willi si manifestano in due fasi principali: neonatale e durante la prima infanzia, e una successiva solitamente a partire dal terzo o quarto anno di vita:.
- Durante la fase neonatale e della prima infanzia, è possibile assistere a ipotonia, ovvero riduzione del tono muscolare. Quest’ultima può causare difficoltà respiratorie e nella posizione. I piccoli possono presentare malformazioni al cranio, genitali poco sviluppati e tratti del viso caratteristici come occhi “a mandorla”, tendono ad essere poco reattivi nei confronti degli stimoli esterni e a crescere più lentamente rispetto la media;
- Nella seconda fase si può continuare ad assistere ad una crescita rallentata, spesso accompagnata da anomalie fisiche – in particolare mani e piedi piccoli. Spesso si sviluppano comportamenti ossessivo-compulsivi, difficoltà a gestire la rabbia e/o disabilità intellettiva lieve o moderata. Vi è inoltre un aumento patologico dell’appetito (la cosiddetta iperfagia), e possono aggiungersi patologie oculistiche e ortopediche, e disfunzioni ormonali come l’ipogonadismo e pubertà ritardata o incompleta, aspetto in comune con la sindrome di Turner e la sindrome di Klinefelter. Sono stati tuttavia rilevati rari casi di pubertà precoce, soprattutto nelle ragazze.
Possibili complicanze
Tra le complicanze principali della sindrome di Prader-Willi ci sono l’obesità e le complicazioni connesse a quest’ultima, per via dell’iperfagia.
Chi è affetto dalla sindrome può dunque sviluppare diabete, ipertensione, aterosclerosi e così via.
Molte persone affette dalla sindrome affrontano problemi scolastici e relazionali.
Inoltre, l’ipogonadismo può causare osteoporosi e sterilità.
La diagnosi della sindrome di Prader-Willi
La sindrome di Prader-Willi viene diagnosticata a partire dall’osservazione dei sintomi, i quali come abbiamo visto risultano essere piuttosto specifici. In caso di sospetto, il medico può confermata la diagnosi tramite l’analisi genetica.
Quest’ultima può essere effettuata tramite prelievo di sangue, indagine citogenetica (anche chiamata cariotipo o mappa cromosomica) o test di biologia molecolare.
L’esame principale per confermare la diagnosi è, tuttavia, il cosiddetto test di metilazione, che permette di rilevare la presenza di anomalie nella regione genetica specifica della sindrome, identificando eventuali difetti genetici.
È possibile prevenirla?
No, la sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica che non può essere prevenuta in alcun modo.
Quanto è diffusa?
La sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara. Stando a quanto riportato dalla Società italiana di pediatria, si stima colpisca un nato ogni 15.000 – 25.000 circa.
L’impatto sulla vita del paziente affetto dalla sindrome
Le persone con la sindrome affrontano molte difficoltà, principalmente per via del controllo dell’alimentazione, che deve essere rigoroso, e delle problematiche comportamentali e cognitive.
Le relazioni sociali possono quindi risultare difficoltose per il soggetto, così come il raggiungimento dell’indipendenza.
Prognosi
La sindrome di Prader-Willi è una malattia, purtroppo, incurabile.
Tuttavia è comunque possibile fin dal periodo neonatale adottare dei comportamenti e delle terapie che possono tenere a bada i sintomi e di conseguenza migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto.
Cause della sindrome di Prader-Willi
La sindrome di Prader-Willi è causata da un problema genetico che coinvolge il cromosoma 15. Ognuno di noi possiede due copie di questo cromosoma, ereditate da ciascun genitore.
Nella copia paterna del cromosoma 15 ci sono alcuni geni attivi, che controllano, tra le altre cose, alcune funzioni essenziali legate alla crescita. Questi stessi geni, nella copia materna, sono invece “spenti” a causa di un processo naturale chiamato imprinting.
Nei pazienti con la sindrome si presentano delle anomalie di questo equilibrio, e in particolare:
- Delezione. È la causa più comune (si stima riguardi circa il 75% dei casi). Riguarda la perdita di un pezzetto del cromosoma 15 paterno;
- Disomia uniparentale materna. Si stima riguardi poco meno della totalità dei restanti casi. Invece di ereditare una copia del cromosoma 15 da ciascun genitore, il paziente eredita entrambe le copie dalla madre; di conseguenza alcuni geni fondamentali sono “inattivi” per via dell’imprinting.
Queste anomalie genetiche avvengono di solito in modo del tutto casuale. Nella maggior parte dei casi quindi la PWS non è ereditaria né, purtroppo, prevedibile.
Trattamento
Il trattamento della sindrome di Prader-Willi deve essere multidisciplinare, e riguardare perlopiù il controllo e la gestione dei sintomi, non esistendo cure definitive.
Se ben seguiti, questi trattamenti possono prolungare significativamente l’aspettativa di vita.
In particolare:
- Controllo dell’alimentazione, sia durante i primi mesi di vita – durante i quali il piccolo ha grosse difficoltà ad alimentarsi correttamente -, sia, soprattutto, negli anni successivi in cui subentrano iperfagia e assenza del senso di sazietà. Non a caso, uno dei problemi principali per chi è affetto dalla sindrome è l’obesità, che può portare a complicazioni gravi;
- Psicoterapia, per la gestione dei disturbi comportamentali, dell’umore e le eventuali psicosi;
- Fisioterapia e logopedia;
- Eventuale terapia ormonale, per favorire uno sviluppo staturale adeguato, migliorare la composizione corporea e, se necessario, indurre la pubertà e prevenire possibili problematiche come l’osteoporosi.
A che specialista rivolgersi?
Se si sospetta che il proprio bambino o la propria bambina sia affetto da sindrome di Prader-Willi è anzitutto necessario rivolgersi al proprio pediatra di riferimento, per svolgere i primi controlli.
In seguito e se la diagnosi dovesse venire confermato, come accennato, sarà necessario rivolgersi a diversi professionisti, come il nutrizionista, l’endocrinologo, il fisioterapista, lo psichiatra, a seconda delle varie problematiche riscontrate dal paziente.
Fonti:
- Boggia, M. (2021, March 5). La S. di Prader-Willi. Società Italiana Di Pediatria. https://sip.it/2021/03/05/la-sindrome-di-prader-willi/
- S. di Prader-Willi – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ospedalebambingesu.it.
- Butler, M. G., Manzardo, A. M., Heinemann, J., Loker, C., & Loker, J. (2017). Causes of death in Prader-Willi syndrome: Prader-Willi Syndrome Association (USA) 40-year mortality survey. Genetics in Medicine, 19(6), 635–642. https://doi.org/10.1038/gim.2016.178
- Associazione per l’aiuto a Persone con Sindrome di Prader-Willi e Famiglie Emilia-Romagna OdV. (2021, January 13)
Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.