Iperuricemia o acido urico alto: sintomi e cause

L’iperuricemia è un aumento dell’acido urico nel sangue oltre i valori considerati normali. Può essere legata a dieta, patologie o farmaci e comporta sintomi come dolori articolari, coliche renali e complicanze cardiovascolari.

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L’iperuricemia  è una condizione spesso silente. Può diventare problematica quando compaiono sintomi come dolore articolare, calcoli renali o ipertensione. 

Cos’è l’iperuricemia?

L’iperuricemia è una condizione caratterizzata da un’elevata concentrazione di acido urico all’interno del sangue. Questa condizione favorisce la formazione e l’accumulo di cristalli di urato monosodico nei tessuti e nelle articolazioni, alla lunga andando a causare problemi anche molto gravi.

Nella maggior parte dei casi l’iperuricemia è asintomatica e viene rilevata solo tramite degli esami del sangue

Tuttavia, quando l’acido urico si accumula oltre una certa soglia, può manifestarsi con tutta una serie di complicazioni cliniche, ed è associata ad alcune condizioni croniche.

Quali sono i valori di riferimento dell’iperuricemia?

valori normali di acido urico nel sangue non sono uguali per tutti. Variano infatti base al sesso: 

  • Fino a 7 mg/dl nell’uomo;
  • Fino a 6-6,5 mg/dl nella donna. 

Si considera presente iperuricemia quando, dopo alcuni giorni di dieta povera di purine e qualora non si assumano farmaci che possono interferire con tali valori, i livelli restano superiori a queste soglie. 

Quali sono le cause principali dell’iperuricemia?

Le cause dell’iperuricemia possono essere ricondotte a due meccanismi principali, ovvero: 

  • Un’eccessiva produzione di acido urico;
  • Una ridotta eliminazione dell’acido urico attraverso i reni. 

Nella maggior parte dei casi prevale quest’ultimo scenario, che porta all’accumulo progressivo della sostanza nel sangue.

Tra i fattori che aumentano la produzione di acido urico rientrano anche:

  • Il consumo di alcuni alimenti, e in particolare alimenti ricchi di purine;
  • Condizioni cliniche caratterizzate da un rapido ricambio cellulare;
  • Difetti enzimatici ereditari, come la sindrome di Lesch-Nyhan;
  • Alcune malattie, che possono ridurre la capacità del rene di smaltire l’acido urico;
  • Condizioni come disidratazione, acidosi o esposizione a sostanze tossiche.

Si tratta, insomma, di una condizione multifattoriale.

I fattori alimentari che possono causare iperuricemia

L’alimentazione è una delle cause più frequenti di iperuricemia. Questo perché si stima che circa un terzo dell’acido urico prodotto quotidianamente dall’organismo derivi dalle purine introdotte con la dieta. 

Queste sostanze sono particolarmente abbondanti in alcuni cibi di origine animale, come:

  • Frattaglie, in particolare fegato e reni;
  • Carni rosse;
  • Carni scure, come la selvaggina;
  • Alcuni pesci e molluschi, tra cui acciughe, sardine, aringhe, sgombro, cozze e crostacei;
  • Alcuni insaccati.

Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dal fruttosio, uno zucchero che attraverso il metabolismo epatico incrementa la produzione di acido urico. 

Esistono anche alimenti che, pur non avendo un contenuto elevato di purine “di per sé”, possono contribuire indirettamente all’aumento dell’uricemia, in quanto associati a obesità e sindrome metabolica,

Le patologie associate all’iperuricemia

Diverse condizioni patologiche possono favorire l’insorgenza di iperuricemia, in quanto possono:

  • Aumentare la produzione di acido urico;
  • Ridurre l’eliminazione dell’acido urico da parte dei reni. 

Tra le patologie associate all’iperuricemia possiamo ricordare:

  • Le malattie ematologiche con elevato turnover cellulare, come leucemie e linfomi;
  • La psoriasi;
  • L’insufficienza renale cronica, che è peraltro una delle cause più comuni, poiché riduce la capacità di filtrazione e di escrezione degli urati;
  • Le patologie metaboliche e ormonali, come la sindrome metabolica, l’obesità, il diabete mellito, l’ipotiroidismo e l’iperparatiroidismo.

I sintomi dell’iperuricemia e i segnali da non trascurare

Nella maggior parte dei casi l’iperuricemia non provoca disturbi evidenti e viene scoperta solo a seguito degli esami di routine. 
Tuttavia, quando l’acido urico si accumula oltre certe soglie, al punto da formare dei cristalli nei tessuti, possono iniziare a comparire dei sintomi. In particolare:

  • Dolore articolare improvviso e intenso, spesso localizzato all’alluce, ma che può interessare anche altre articolazioni. Le zone colpite appaiono arrossate, gonfie, calde e molto sensibili al tatto, al punto che anche un lieve contatto può risultare molto doloroso. Si tratta di manifestazioni tipiche della gotta, ovvero la conseguenza più comune e “riconoscibile” dell’iperuricemia cronica;
  • Prurito cutaneo;
  • Coliche renali, dovute alla formazione di calcoli, accompagnate da dolore intenso in regione lombare o addominale, talvolta irradiato all’inguine. In presenza di calcoli, le urine possono assumere una colorazione scura o contenere tracce di sangue;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Insufficienza renale. 

Quali sono le complicazioni possibili?

L’iperuricemia non trattata può portare a conseguenze anche molto gravi. Queste ultime sono legate soprattutto al deposito di cristalli di urato nei tessuti o alla loro precipitazione nelle vie urinarie

Una delle complicazioni più note è la gotta. Si tratta di una forma di artrite infiammatoria caratterizzata da attacchi dolorosi e improvvisi che riducono la mobilità articolare e possono compromettere a lungo termine la funzionalità delle articolazioni.

Un altro rischio rilevante è la formazione di calcoli renali, che possono a loro volta causare coliche, ostruzione delle vie urinarie e aumentare la probabilità di sviluppare infezioni. 

Occorre poi tenere presente che l’iperuricemia è collegata allo sviluppo di patologie cardiovascolari e metaboliche, sebbene non sia, ad oggi, ancora chiarito del tutto il meccanismo di causalità.

Tra le conseguenze più gravi possiamo, infine, ricordare:

  • Perdita di mobilità articolare;
  • Comparsa di depositi visibili di urato sottocutaneo;
  • Compromissione della funzione renale.

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La gotta

La gotta è la complicanza più frequente e riconoscibile dell’iperuricemia cronica

Si sviluppa quando i livelli elevati di acido urico portano alla precipitazione di cristalli di urato monosodico all’interno delle articolazioni

Un “attacco” acuto di gotta si presenta con dolore improvviso, gonfiore, calore e arrossamento dell’articolazione interessata
Il dolore è spesso sproporzionato rispetto ai segni visibili e può limitare fortemente la mobilità. Generalmente coinvolge una sola articolazione alla volta, ma nelle forme croniche può coinvolgere più articolazioni allo stesso tempo.

Con il tempo, se l’iperuricemia non viene trattata, possono comparire dei depositi solidi di cristalli che si localizzano nei tessuti molli, nelle cartilagini e attorno alle articolazioni, causando deformità, riduzione della funzionalità articolare e, nei casi più gravi, danni permanenti alle ossa.

I calcoli renali

Un’altra complicanza frequente dell’iperuricemia è la formazione di calcoli renali composti da acido urico o, in alcuni casi, da una combinazione con sali di calcio.

La sintomatologia tipica è rappresentata dalla cosiddetta colica renale. Si tratta di un dolore acuto e intenso localizzato al fianco o alla regione lombare, che può irradiarsi verso l’addome e l’inguine.
Spesso si associano ulteriori sintomi come:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Presenza di sangue nelle urine;
  • Difficoltà a urinare;
  • Bruciore durante la minzione.

La diagnosi: esami del sangue e delle urine

La diagnosi di iperuricemia si basa principalmente sulla misurazione dei livelli di acido urico nel sangue. 

In alcuni casi può essere utile valutare anche l’uricemia dopo alcuni giorni di dieta povera di purine e sospendendo l’assunzione di eventuali farmaci che possano influenzare il risultato

A seconda del quadro clinico, il medico può richiedere ulteriori esami, come emocromo, profilo metabolico e lipidico, creatinina e acido lattico, per individuare eventuali malattie associate. In presenza di sintomi compatibili con calcoli renali o gotta, possono essere indicati anche alcuni esami strumentali come ecografia o TAC.

Il trattamento e la gestione dell’iperuricemia

Il trattamento dell’iperuricemia dipende dalla presenza o meno di sintomi e di eventuali complicanze. 

Nei pazienti asintomatici, nella maggior parte dei casi non è necessario avviare subito una terapia farmacologica, ma l’approccio iniziale si concentra piuttosto su eventuali modifiche allo stile di vita, in particolare riguardo alimentazione e idratazione.

Quando l’iperuricemia si accompagna a manifestazioni cliniche, si ricorre invece a una gestione farmacologica mirata. 

La terapia farmacologica per l’iperuricemia

La terapia farmacologica dell’iperuricemia viene indicata soprattutto nei pazienti sintomatici, con attacchi ricorrenti di gotta, presenza di calcoli o lesioni articolari. I farmaci più utilizzati appartengono a tre categorie principali:

  • Inibitori della xantina ossidasi, che riducono la produzione di acido urico bloccando l’enzima che ne catalizza la formazione;
  • Uricosurici, che favoriscono l’eliminazione renale dell’acido urico;
  • Uricasi ricombinanti, che convertono l’acido urico in una sostanza più solubile.

L’alimentazione e lo stile di vita: cibi da limitare e cibi consigliati in caso di iperuricemia

Per gestire l’iperuricemia occorre agire anche sull’alimentazione, con il supporto di un nutrizionista.

Infatti, ridurre il consumo di alimenti ricchi di purine è, in genere, il primo intervento che viene effettuato per contenere i livelli di acido urico. 

Tra i cibi da evitare o limitare fortemente rientrano:

  • Frattaglie, come fegato e reni;
  • Animelle;
  • Alcuni pesci come acciughe, sardine, aringhe, sgombro, cozze, trota e salmone;
  • Estratti di carne;
  • Insaccati;
  • Alcune carni come montone, tacchino, vitello e selvaggina;
  • Le bevande zuccherate;
  • Le bevande alcoliche, in particolare la birra.

Al contrario, sono considerati sicuri e consigliati alimenti a basso contenuto di purine, come:

  • Cereali;
  • Latte e latticini;
  • Uova;
  • Alcuni tipi di verdure;
  • Frutta non eccessivamente zuccherina;
  • Bevande non alcoliche. 

La prevenzione dell’iperuricemia: consigli pratici

La prevenzione dell’iperuricemia parte anzitutto da scelte alimentari equilibratestile di vita sano. In particolare:

  • Limitare il consumo di alimenti ricchi di purine;
  • Limitare il consumo di bevande alcoliche e ricche di zuccheri;
  • Bere acqua a sufficienza, in quanto un’adeguata idratazione quotidiana è fondamentale per favorire l’eliminazione renale degli urati;
  • Controllare il peso corporeo, prevenendo o trattando sovrappeso o obesità;
  • Effettuare attività fisica, anche leggera, in maniera regolare.

Fonti:

  • Du, L., Zong, Y., Li, H., Wang, Q., Xie, L., Yang, B., Pang, Y., Zhang, C., Zhong, Z., & Gao, J. (2024). Hyperuricemia and its related diseases: mechanisms and advances in therapy. Signal Transduction and Targeted Therapy, 9(1). https://doi.org/10.1038/s41392-024-01916-y