Bradicardia: cause, sintomi e quando preoccuparsi

La bradicardia è una condizione in cui la frequenza cardiaca scende sotto i valori normali. Può essere fisiologica o legata a patologie e richiede valutazione medica se sintomatica.

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La bradicardia è una condizione in cui il cuore ha un battito a riposo più lento del normale. In alcuni casi si tratta di una condizione fisiologica e temporanea, mentre in altri può indicare la presenza di una patologia o di qualche anomalia.

Cos'è la bradicardia

La bradicardia è una condizione in cui il cuore, a riposo, batte più lentamente del normale. 

Non è sempre un segnale di malattia. Alcune persone, soprattutto i giovani adulti o gli atleti che praticano sport di resistenza come ciclismo e nuoto, possono avere una frequenza cardiaca a riposo naturalmente più bassa senza che questo indichi la presenza di un problema. 
In questi soggetti, infatti, il cuore è più “allenato” e riesce a pompare una maggiore quantità di sangue a ogni contrazione, portando ad abbassare i battiti cardiaci.

Tuttavia, quando il rallentamento del battito compromette la quantità di sangue che il cuore riesce a distribuire al resto del corpo, si entra in un ambito patologico che va obbligatoriamente indagato con il supporto di un medico.

Le tipologie di bradicardia: forme patologiche e non patologiche

La bradicardia può essere fisiologica o patologica

  • Nella bradicardia fisiologica non è associata a malattie o anomalie e non causa sintomi di alcun tipo. È abbastanza frequente negli sportivi, come accennato soprattutto in chi pratica sport cosiddetti di resistenza, come il ciclismo o il nuoto. Una bradicardia inferiore ai 50 battiti al minuto a riposo è comune anche durante il sonno (bradicardia notturna) e/o in giovane età. In questi casi è appunto fisiologica, e non causa problemi di alcun tipo;
  • La bradicardia patologica si verifica quando il rallentamento del battito compromette la quantità di sangue ossigenato che raggiunge l’organismo;
  • In alcune situazioni, le anomalie del battito cardiaco possono alternarsi. È il caso della cosiddetta sindrome bradi-tachiaritmica, in cui si succedono episodi di rallentamento e accelerazione del battito, la cosiddetta tachicardia

La diagnosi: i valori della frequenza cardiaca della bradicardia

La bradicardia si definisce in base alla frequenza cardiaca registrata a riposo. In genere parliamo di bradicardia quando il numero di battiti scende sotto i 60 battiti per minuto. In condizioni normali, infatti, la frequenza cardiaca di un adulto varia tra i 60 e i 100 battiti al minuto.

La classificazione è articolata in tre livelli. Si parla di:

  • Bradicardia lieve quando la frequenza cardiaca è compresa tra 50 e 59 battiti al minuto;
  • Bradicardia moderata quando la frequenza cardiaca è compresa tra 40 e 49 battiti al minuto;
  • Bradicardia grave quando i valori sono al di sotto dei 40 battiti al minuto. 

La bradicardia si considera, comunque, sempre in rapporto al contesto, in particolare tenendo in considerazione età, stato di salute, presenza di sintomi, farmaci assunti e patologie concomitanti.

In genere la diagnosi di bradicardia non si basa unicamente sulla misurazione della frequenza cardiaca. Solitamente viene effettuato un elettrocardiogramma (ECG), a riposo e/o sotto sforzo, per verificare l’eventuale presenza di alterazioni della conduzione elettrica da parte del cuore. 

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Quali sono i sintomi tipici della bradicardia?

La bradicardia può essere del tutto asintomatica. In linea di massima, in questi casi il rallentamento del battito non compromette il flusso di sangue e viene spesso scoperto per caso. Nella maggior parte dei casi asintomatici non deve destare preoccupazione, tuttavia è comunque buona norma avvisare il proprio medico.

Quando invece la frequenza cardiaca è troppo bassa per garantire un’adeguata ossigenazione di cervello e organi, possono comparire sintomi anche gravi. Tra i sintomi tipici e più comuni della bradicardia, possiamo ricordare:

  • Senso di stanchezza persistente, la cosiddetta astenia;
  • Capogirivertigini;
  • Difficoltà respiratorie;
  • Senso di confusione mentale;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Ipotensione arteriosa;
  • Dolore al torace;
  • Sensazione di freddo persistente;
  • Intorpidimento di mani e piedi;
  • Senso di affaticamento persistente;
  • Perdita di coscienza;
  • Disturbi dell’umore;
  • Disturbi o alterazioni del ritmo del sonno in caso di bradicardia notturna.

Nei casi più gravi, la bradicardia può generare episodi di asistolia. Si tratta dell’arresto temporaneo dell’attività elettrica del cuore, che può essere potenzialmente fatale se non si interviene tempestivamente. 

Quando preoccuparsi in caso di bradicardia?

In linea di massima è necessario preoccuparsi per la bradicardia qualora compaia in bambini e neonati, oppure in presenza di sintomi.

Quali sono le cause della bradicardia?

Le cause alla base della bradicardia sono diverse, e possono essere legate al funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio o essere cause cosiddette extracardiache.

Tra le cause legate all’apparato cardiocircolatorio possiamo ricordare:

  • Cardiopatia ischemica, come infarto o ischemia del miocardio;
  • Miocardite ed endocardite, ovvero infiammazioni del muscolo o delle valvole cardiache;
  • Cardiopatie congenite, e dunque presenti dalla nascita;
  • Blocchi atrioventricolari;
  • Fibrosi del tessuto elettrico, spesso legata all’invecchiamento;
  • Apnea notturna, spesso legata alla bradicardia notturna.

Tra le cause che non riguardano l’apparato cardiocircolatorio possiamo invece ricordare:

  • Ipotiroidismo, che rallentando i processi metabolici può incidere sul ritmo cardiaco;
  • Squilibri elettrolitici, in particolare iperpotassiemia, ovvero eccesso di potassio, spesso causato da un uso incontrollato o errato di integratori alimentari;
  • Ipotermia, cioè abbassamento anomalo della temperatura corporea;
  • Presenza di infezioni sistemiche o malattie infiammatorie;
  • Emocromatosi, ovvero accumulo eccessivo di ferro negli organi.

Anche alcuni farmaci possono causare la bradicardia come effetto collaterale.

Quali sono i fattori di rischio?

La presenza di alcuni fattori di rischio può aumentare la probabilità di manifestazione di bradicardia. Il principale è l’età avanzata. Tuttavia ve ne sono anche altri, e in particolare:

  • Malattie cardiovascolari pregresse, come infarto, cardiopatie ischemiche o miocardiopatie;
  • Interventi chirurgici al cuore, che possono potenzialmente danneggiare le vie di trasmissione degli impulsi elettrici;
  • Uso di farmaci che influenzano la conduzione cardiaca, come antiaritmici, antipertensivi, antipsicotici o farmaci digitalici;
  • Disturbi ormonali (in particolare ipotiroidismo) o squilibri elettrolitici;
  • Sindrome delle apnee ostruttive del sonno, che si associa spesso a episodi di bradicardia notturna.
  • Consumo eccessivo di alcol;
  • Livelli elevati di colesterolo;
  • Stati d’ansia o di stress prolungati;
  • Familiarità;
  • Difficoltà respiratorie.

La cura e il trattamento della bradicardia

Il trattamento della bradicardia non è uguale per tutti, ma dipende dalla causa e dalla gravità. 
Se il rallentamento del battito è fisiologico e non provoca sintomi non è necessario alcun intervento, sebbene in via precauzionale è comunque buona norma avvisare il proprio medico.

Quando invece la bradicardia è legata a una patologia o provoca sintomi, la terapia viene definita appunto in base alla causa:

  • Se alla base ci sono condizioni facilmente reversibili, come l’assunzione di farmaci o uno squilibrio elettrolitico, il medico può sospendere o modificare le terapie in corso o intervenire per ristabilire l’equilibrio metabolico;
  • Se la bradicardia è provocata da malattie, occorre trattare la patologia di base;

Nei casi in cui la conduzione elettrica del cuore sia danneggiata in modo irreversibile può invece essere necessario l’impianto di un pacemaker

Alcune domande che potresti avere