Cause e trattamento della toxoplasmosi
La toxoplasmosi è un’infezione causata dal parassita Toxoplasma gondii. Si trasmette attraverso alimenti contaminati, carne cruda o feci di gatto e può essere pericolosa se contratta in gravidanza.

La toxoplasmosi è un’infezione parassitaria molto diffusa che in alcuni casi, come la gravidanza, può avere conseguenze gravi.
Si trasmette principalmente tramite alimenti contaminati o contatto con feci di gatto infette.
Toxoplasmosi: cos'è?
La toxoplasmosi è un’infezione causata dal parassita Toxoplasma gondii.
Andando più nello specifico, si tratta una zoonosi, ovvero di una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo.
I gatti sono gli unici ospiti in cui il microrganismo completa il suo ciclo vitale, eliminando con le feci delle forme che possono restare infettanti nel terreno potenzialmente per mesi. L’uomo può dunque contagiarsi ingerendo queste particelle attraverso acqua, frutta o verdura contaminate, oppure mangiando carne cruda o poco cotta che contiene delle cisti del parassita.
Infatti, il parassita può potenzialmente infettare diversi animali, passando così lungo la catena alimentare. Dopo l’ingestione, il parassita entra nel sangue e nei linfonodi, diffondendosi nei tessuti e formando delle cisti “infettanti” soprattutto nei muscoli, nel cervello e negli occhi.
La toxoplasmosi è molto diffusa a livello globale, ma solo in condizioni particolari diventa realmente pericolosa.
La toxoplasmosi in gravidanza
La toxoplasmosi in gravidanza è potenzialmente pericolosa, perché l’infezione può passare dalla madre al feto attraverso la placenta.
Se l’infezione viene contratta durante le prime settimane di gestazione, le conseguenze possono essere particolarmente gravi, tra cui:
- Aborto spontaneo;
- Morte intrauterina;
- Gravi malformazioni del feto.
Quando invece l’infezione si verifica dopo la metà della gravidanza, la probabilità di trasmissione al feto è maggiore, ma i danni tendono a essere meno gravi.
Detto questo, le donne già entrate in contatto con il parassita prima della gravidanza sono protette dagli anticorpi, e dunque non corrono rischi particolari.
Le gestanti prive di immunità, invece, devono sottoporsi a monitoraggio tramite test sierologici, in modo da individuare tempestivamente la presenza dell’infezione, e curare particolarmente la propria alimentazione in gravidanza.
I sintomi della toxoplasmosi
I sintomi della toxoplasmosi possono variare molto in base allo stato immunitario della persona infetta e alla forma dell’infezione.
Nella maggior parte dei casi la toxoplasmosi in forma acuta è asintomatica. Tuttavia, circa due persone su dieci tendono a sviluppare dei lievi disturbi simili a quelli influenzali. In genere, chi contrae la toxoplasmosi in condizioni di salute “normali” tende a non rendersene conto, confondendo appunto i sintomi (con quelli di un’influenza.
In questi casi, i sintomi della toxoplasmosi per quanto riguarda gli adulti comprendono:
- Linfonodi ingrossati;
- Febbre o febbricola;
- Malessere;
- Senso di stanchezza persistente;
- Mal di testa;
- Dolori muscolari.
Più complessi i sintomi nei pazienti immunocompromessi. In questi casi, infatti, il parassita può causare diversi danni, in particolare:
- Colpire il sistema nervoso centrale, causando encefalite con confusione, convulsioni, danni neurologici;
- Coinvolgere i polmoni, il cuore e/o il fegato, causando polmonite, miocardite o epatosplenomegalia;
- Colpire gli occhi. In questi casi si parla di toxoplasmosi oculare, che causa infiammazione della retina. Nei casi più gravi può portare alla cecità.
Per quanto riguarda invece la toxoplasmosi congenita, ovvero trasmessa durante la gravidanza, i sintomi nei bambini possono essere estremamente gravi e comprendere.
- Ingrossamento di fegato e milza;
- Ittero;
- Idrocefalo;
- Convulsioni.
In alcuni casi i bambini appaiono “sani” alla nascita, sviluppando problemi neurologici o oculari negli anni seguenti.

La diagnosi della toxoplasmosi
La diagnosi della toxoplasmosi viene effettuata tramite degli esami del sangue che ricercano quelli che sono gli anticorpi specifici contro il parassita.
In particolare:
- Nella fase iniziale dell’infezione compaiono le cosiddette immunoglobuline IgM, che indicano un contagio recente o in corso, e quindi un rischio maggiore per quanto riguarda le donne in gravidanza;
- Successivamente si sviluppano le immunoglobuline IgG, che segnalano un’infezione passata e forniscono protezione duratura contro l’infezione.
Per le donne in gravidanza il test per individuare la toxoplasmosi viene eseguito già nelle prime settimane di gestazione, così da identificare rapidamente la presenza di eventuali infezioni.
Se la gestante risulta negativa agli anticorpi, il test va ripetuto più volte durante la gestazione per escludere il contagio.
Le cause della toxoplasmosi: come si prende?
La toxoplasmosi si prende tramite un parassita, il Toxoplasma gondii, che può essere trasmesso in diversi modi.
- La “via” più comune è legata all’ingestione di carne cruda o poco cotta che contiene delle cisti tissutali attraverso cui il parassita “passa” nel corpo dell’uomo. In particolare, sono considerate a rischio le carni di agnello e maiale, e meno frequentemente la carne di manzo. Stesso discorso per quanto riguarda gli insaccati e i salumi preparati con carne non adeguatamente trattate;
- Tramite il contatto con terreno, acqua o alimenti contaminati, in particolare dalle feci di gatti infetti. Una volta contaminato, l’ambiente può rimanere infettante anche per diversi mesi. Dunque il contagio può avvenire ad esempio attraverso frutta e verdura non lavate correttamente, gusci delle uova, oppure dopo e durante le attività di giardinaggio. Più in generale, dopo aver portato alla bocca o agli occhi le mani in seguito al contatto con l’ambiente infetto;
- Da madre a figlio, durante la gravidanza, se la donna contrae l’infezione.
La cura e i trattamenti della toxoplasmosi
Non esiste una cura “unica” per la toxoplasmosi, ma dipende piuttosto dallo stato della persona e dalla gravità dell’infezione.
Nella maggior parte degli individui sani l’infezione compare in maniera lieve o addirittura asintomatica, senza necessitare di cure di alcun tipo.
Discorso diverso, invece, per quanto riguarda le persone immunocompromesse, le donne in gravidanza e i neonati che hanno contratto la forma congenita.
In questi casi diviene fondamentale seguire le indicazioni del proprio medico.
Prevenire la toxoplasmosi: come fare?
È possibile prevenire la toxoplasmosi seguendo alcuni accorgimenti, che vanno a ridurre le potenziali occasioni di contatto con il parassita. In particolare:
- Cuocere adeguatamente gli alimenti, in particolare evitare di consumare carne cruda o poco cotta, oppure insaccati non trattati in maniera adeguata;
- Lavare accuratamente sotto acqua corrente la frutta e la verdura, e gli strumenti usati per tagliarle;
- Se si lavora la terra o ci si dedica al giardinaggio, utilizzare dei guanti e lavarsi accuratamente le mani evitando il contatto con occhi e bocca;
- Informarsi riguardo cosa mangiare e cosa non mangiare in gravidanza. Ad esempio, il consumo di uova in gravidanza può essere considerato relativamente sicuro purché si seguano alcune accortezze. In caso di dubbio, è fondamentale rivolgersi al proprio medico o al proprio nutrizionista.
Il mio gatto può trasmettermi la toxoplasmosi?
Tecnicamente, sì. Tuttavia, se si tratta di un gatto domestico che sta prevalentemente in casa, e dunque non può cacciare prede potenzialmente infette, e viene alimentato con cibo confezionato, il rischio è molto ridotto.
Diverso il caso per i gatti che hanno accesso all’esterno e dunque possono potenzialmente contrarre il parassita. In questi casi, durante la gravidanza o in presenza di condizioni a rischio, è necessario pulire la sua lettiera usando guanti e mascherina, svuotando quotidianamente la lettiera stessa. Se possibile, è consigliabile se ne occupi un’altra persona.