Cos'è la flebite: sintomi, cause e cura

La flebite è un'infiammazione venosa causata da coaguli che ostacolano la circolazione. Colpisce spesso le gambe e può essere superficiale o profonda. Riconoscere i sintomi e agire in tempo è essenziale per evitarne le complicazioni.

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Flebite

Punti chiave:

  • Cos'è la flebite: la flebite è un'infiammazione delle vene, causata spesso da un coagulo di sangue che ostacola la circolazione. Può colpire vene superficiali, solitamente meno gravi, o profonde, che comportano rischi maggiori.
  • Cause e sintomi della flebite: le cause principali sono sedentarietà, traumi, obesità, interventi chirurgici e familiarità. I sintomi più comuni includono gonfiore, dolore, arrossamento e indurimento della zona colpita, spesso localizzata nelle gambe.
  • Cura e trattamento della flebite: la cura varia in base alla gravità: nei casi lievi si usano calze compressive, attività fisica e pomate locali. In situazioni più serie si ricorre a farmaci antinfiammatori, anticoagulanti o fibrinolitici per sciogliere i trombi.

 

Smart working, lunghi viaggi in auto e poca attività fisica: la sedentarietà e l’immobilità sono i principali fattori di rischio della flebite. Molto diffusa ma spesso poco conosciuta, è un'infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni causata da un trombo che impedisce (oppure ostruisce) la corretta circolazione sanguigna. 

Seguire una dieta equilibrata e bilanciata, svolgere regolare attività fisica, smettere di fumare possono essere delle buone abitudini per prevenire questa condizione che, nei casi più gravi, può sfociare in un’embolia. Scopriamo cos’è la flebile, quali sono i sintomi, quando preoccuparsi e quali sono le cure.

Cos'è la flebite

Molti la conoscono con il nome di trombosi, ma il termine corretto per evidenziare questa condizione sarebbe flebite: si tratta di un’infiammazione delle pareti venose, spesso causata dalla formazione di coaguli di sangue (i trombi, appunto) che impediscono il regolare fluire del flusso sanguigno. 

Detta anche tromboflebite o trombosi venosa superficiale, la flebite colpisce prevalentemente le gambe (arti inferiori), soprattutto nelle persone che soffrono di vene varicose, ma in alcuni casi può colpire anche le vene del collo, delle braccia o di qualsiasi altra parte del corpo. La vena interessata può essere superficiale (più frequente e meno grave) oppure profonda (più grave e rischiosa).

Alcune condizioni richiedono un’alimentazione mirata per stare meglio.

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Tipi di flebite

Esistono due tipologie di flebite:

  1. la flebite superficiale prodotta in una vena della pelle;
  2. la trombosi venosa profonda che si incontra nei tessuti sotto la pelle.

La prima tipologia è solitamente meno grave, una malattia benigna la cui prognosi è favorevole. Al contrario, la trombosi venosa profonda può evolversi in un problema ben più grave: in alcuni casi può accadere che il coagulo di sangue viaggi fino ai vasi sanguigni dei polmoni, aggravandosi in un'embolia polmonare.

Sintomi della flebite

La flebite è un’infiammazione piuttosto frequente soprattutto nelle vene superficiali delle gambe (arti inferiori), ma può verificarsi anche in quelle più profonde, oppure (più raramente) può interessare anche altre parti del corpo. 

Quando l’infiammazione è lieve potrebbe essere asintomatica, o provocare minimi disturbi che spesso vengono ignorati. Nei casi più gravi, invece, i sintomi più comuni sono gonfiore di una vena, arrossamento (eritema), sensibilità e dolore nella parte colpita. Alla palpazione la zona interessata può risultare rilevata, dolente e dura al tatto. 

La flebite è un disturbo che si risolve, nella maggior parte dei casi, nell’arco di 5-6 settimane, ma è opportuno contattare il proprio medico nel momento in cui si riscontrano alcuni sintomi tipici o si manifestino disturbi della circolazione venosa.

Possibili complicazioni

Nei casi meno gravi la flebile è un'infiammazione che si risolve in alcune settimane, come abbiamo visto. Ma in alcune situazioni, quelle più gravi, potrebbero verificarsi anche altri sintomi che dovrebbero costituire veri e propri campanelli d’allarme: qualche linea di febbre, dolore al petto e difficoltà a respirare, soprattutto nei soggetti più delicati. 

In questi casi è opportuno rivolgersi tempestivamente al proprio medico oppure andare in ospedale per evitare che la flebite possa sfociare in qualcosa di più grave (come un’embolia).

Sintomi e cause della flebite

Cause della flebite

Ci sono diverse condizioni che possono provocare una flebite superficiale o profonda: tra le principali cause troviamo quelle infettive, seguite da condizioni di salute che possono esporre maggiormente al rischio. Ad esempio obesità, traumi, eccessiva sedentarietà, immobilità dovuta al riposo dopo un intervento chirurgico, assunzione di alcuni medicinali sono tutte possibili cause di sviluppo della flebite. 

Ci sono poi dei fattori genetici che possono esporre maggiormente al rischio:

  • persone con casi di trombofilia in famiglia;
  • donne che assumono la pillola contraccettiva o altri farmaci ormonali sostitutivi;
  • donne in gravidanza;
  • malati di alcuni tumori.

In linea generale, le cause che possono provocare la flebite sono principalmente legate a fattori che provocano un rallentamento o un’ostruzione alla circolazione del sangue (per esempio a causa di un trombo).

La formazione di trombi può essere favorita da alcuni comportamenti quotidiani, ad esempio:

  • immobilità prolungata, durante lunghi viaggi in macchina o in aereo ma anche nel corso della giornata, al lavoro, ecc;
  • permanenza a letto, a causa di malattie croniche o in seguito ad interventi chirurgici;
  • trauma della vena, per schiacciamento esterno o per inserimento di un'agocannula o di un catetere intravenoso.

Fattori di rischio

Tra i principali fattori di rischio che possono esporre una persona alla flebile ci sono alcuni disturbi legati alla circolazione del sangue: chi soffre, ad esempio, di vene varicose è maggiormente sensibile a queste problematiche. Ma anche coloro che hanno subito un intervento chirurgico e sono costretti a rimanere a letto per molto tempo potrebbero andare incontro a questa infiammazione.

Esistono, comunque, dei comportamenti da mettere in atto quando ci si trova seduti o immobili per molto tempo (nei lunghi viaggi, al lavoro, a scuola, ecc): è consigliabile prendersi alcuni minuti per camminare o allungare le gambe di tanto in tanto, bere molta acqua e indossare calze e abbigliamento comodo.

Diagnosi della flebite: esami

La diagnosi della flebite richiede lo svolgimento di alcuni esami, nonché il parere di un medico. In linea generale, per capire se si tratta di flebite è necessario svolgere degli esami del sangue che comprendano:

  • concentrazione del D-dimero, un frammento proteico che deriva dalla degradazione di una proteina coinvolta nel processo di coagulazione, la fibrina. È costituito dall'unione tramite legame chimico di due frammenti D della fibrina;
  • ulteriori esami specifici, volti a rilevare eventuali cause genetiche.

Oltre a questo, potrebbero essere richieste anche delle indagini strumentali specifiche (per l’esempio l’ecografia o l’ecodoppler), soprattutto se i disturbi presenti possono far pensare a una trombosi venosa profonda.

Se dopo lo svolgimento di questi esami c’è ancora il dubbio che possa trattarsi di qualcos’altro, è possibile svolgere ulteriori visite ed esami approfonditi quali la TAC, la risonanza magnetica e la venografia, ovvero una radiografia con mezzo di contrasto che consente di accertare la presenza di una trombosi venosa profonda.

Flebite: quando preoccuparsi

Cura e trattamento della flebite

I casi meno gravi di flebite vengono diagnosticati direttamente dalla visita con uno specialista e solitamente il trattamento prevede metodi di compressione e avvolgimento della parte interessata che contribuiscono alla riduzione del disagio. In alcuni casi, inoltre, potrebbero bastare delle semplici medicazioni, che includono:

  • l’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata;
  • lo svolgimento di attività fisica, per migliorare e stimolare la circolazione sanguigna;
  • l’effettuazione di impacchi freddi e caldi, per ridurre il gonfiore e il dolore;
  • l’utilizzo di creme antinfiammatorie e antidolorifiche.

Qualora queste indicazioni non dovessero essere sufficienti, il medico potrebbe prescrivere al paziente l’assunzione di alcuni farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Nei casi più gravi potrebbero essere richiesti anche anticoagulanti per favorire la fluidificazione del sangue, oppure fibrinolitici per sciogliere i coaguli di fibrina e aiutare a dissolvere il trombo.

Prevenzione

La prevenzione della flebite inizia dalla modifica di alcuni comportamenti quotidiani scorretti che la maggior parte delle persone esegue senza conoscere i rischi connessi. Il fumo, per esempio, è una delle cause di flebite o trombosi; così come l’obesità può esporre maggiormente al rischio. Si consiglia, quindi, di mantenere un regime alimentare sano e bilanciato per non incorrere in gravi aumenti di peso.

Al contempo, svolgere attività fisica aiuta moltissimo alla circolazione venosa: basta fare una camminata di mezz’ora o un’ora al giorno oppure dedicarsi al nuoto. Anche l’abbigliamento gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione: evitare gli indumenti troppo stretti e favorire quelli elasticizzati o più confortevoli.

Una buona abitudine, soprattutto per chi soffre di cattiva circolazione, è quella di mantenere la gamba in posizione sollevata per favorire il ritorno venoso, evitare il ristagno di sangue e diminuire i disturbi, anche dolorosi. Se invece una persona lavora spesso seduta o si trova a svolgere viaggi molto lunghi, è consigliabile prendere una pausa ogni ora per sgranchire le gambe, fare una breve camminata o muovere gli arti inferiori per favorire la circolazione.

 

Fonti:

  • Chang, W. P., & Peng, Y. X. (2018). Occurrence of Phlebitis: A Systematic Review and Meta-analysis. Nursing research, 67(3), 252–260. https://doi.org/10.1097/NNR.0000000000000279
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